di Alessandra Pigliaru
Presentata ieri nella sede della Fnsi, la prima «Indagine sulle
molestie sessuali nel mondo dei media» con dati che fanno riflettere sullo
stato di salute delle relazioni tra i sessi nell’ambito del giornalismo
italiano. L’esito dei questionari (i completati e restituiti in forma anonima
sono stati 1132 su un totale di 2775) è preoccupante e grave: l’85% delle
giornaliste – che lavorano in tv, radio, agenzie, quotidiani e online –
dichiara di aver subito, nel corso della vita, molestie sessuali; negli ultimi
5 anni quasi il 70%. L’intenzione dello studio, pensato dalla Commissione Pari
Opportunità della Federazione nazionale della stampa (in collaborazione con
Casagit, Inpgi, Usigrai e i patrocini di Agicom e Odg con la sapiente
consulenza di Linda Laura Sabbadini) era quella di rilevare quanto accade nel
mondo del giornalismo italiano femminile e in che misura le molestie, fisiche,
verbali o eventuali violenze siano presenti o si siano verificate.
Inviti, richieste e pressioni coprono il 51,9% delle molestie ricevute durante
il corso della vita, l’80,7% sono invece ascrivibili a battute e sguardi,
mentre intorno al 35% risultano i ricatti sessuali con la specifica di chi, tra
le giornaliste, si trovava allora in una condizione di precariato. Altro dato
serio è che, nella maggior parte dei casi, le molestie sono state subite
all’interno della redazione alla presenza di altri colleghi – perlopiù di pari
livello – e da parte di diretti superiori, di età tra i 50 e i 60 anni.
Nell’80% dei casi, chi ha assistito non è intervenuto. Quasi il 100% dei casi
non sono stati denunciati per varie ragioni, perché l’episodio era isolato
oppure per «l’inutilità» di rivolgersi alle vie legali. A leggere le 44 pagine
dettagliate, emerge un clima almeno connivente in cui vengono sdoganate
pratiche di prevaricazione ai danni delle donne. Una «questione maschile»
piuttosto ingombrante da discutere e prendere in considerazione al più presto,
ci si augura.
(il manifesto, 6 aprile 2019)