20 Aprile 2023
Avvenire

Politica e bipolarità maschile e femminile: la rivoluzione delle donne vuole verità

di Antonella Nappi*


La formazione politica maschile, per un aspetto è non dire ciò che si prova personalmente davanti ad argomenti vari. Anteporre le necessità di altri così da fare da scudo e tenere al segreto la verità del sentimento proprio, anche a sé stessi. Lo fanno anche le donne in politica. Entrambi anche nella vita personale.

Le lotte per gli altri le bandimmo proprio nelle prime riunioni femministe della fine anni sessanta. È radicale la pratica politica femminista, quando ci riesce! Le lotte per gli altri sono la grande finzione che tutto permette di sé stesse a nostra insaputa.

Dire le lotte che sono proprie è la pratica politica delle donne. Troppo ci hanno tacitate e interpretate e condizionate perché non sia lungo l’esercizio di aprirsi a dire quello che davvero si sente, di più per chi fa politica, per chi insegue un investimento personale ed è stato abituato a difenderlo invece di ragionarlo e mostrarlo. È una lunga resistenza quella femminista di cercare la verità nelle molte distorsioni e alfine nelle razionalizzazioni che nascondono il vero.

Il non parlare di sé e per sé soltanto, far diventare arma intellettuale questo pensiero verso chi si oppone, invece di interrogarlo, ha lo scopo di raggiungere ciò che desideri. Non vuoi si capisca e tu persino vorresti non vedere che stai facendo proprio questo. O peggio: pensi sia proprio giusto quello che fai (Trump). È la politica maschile.

Ma non solo questo: c’è nella politica degli uomini anche del buono: sapere, verità, capacità. C’è materiale da imparare e usare. Stiamo però alla rivoluzione femminista ancora da perseguire.

Le donne valorizzano la diversità femminile che c’è! Quella vera, e questa muta gli uomini e il mondo. Non siamo ancora apparse in tutto il nostro patrimonio positivo, noi donne. E per dargli forza dobbiamo persistere nel rifiutare di farci sommergere dai mille problemi che ci sono ma non devono travolgerci e travolgere la verità del fatto che i sessi sono due. Sono due davanti a tutti i fatti del mondo e chi ha la forza di dirli con parole ed esperienza femminile lo faccia.

Nel caso delle battaglie di liberazione sessuale ogni variazione di intendimento sessuale c’è, in biologia e nel desiderio; ma c’è perché la polarizzazione in natura ha dato continuità alla vita. E questo si è prestato a mille azioni e pensieri di dominio. Questo fatto della bipolarità sessuale ci limita nella procreazione e anche ci conforta nell’impegno relazionale tra noi e con gli uomini.

Tutte le azioni di dominio ci danno reazioni da indagare, verità da cercare e affermare. Documentare le variazioni e non nasconderle, indagare quelle biologiche e quelle del desiderio per nominarle è importante, spetta a quei soggetti che le vivono e vanno aiutati ad avere il coraggio di dirsi invece che nascondersi in uno o nell’altro sesso per Legge, così da scomparire. La rivoluzione vuole verità e coraggio.


(*) sociologa e femminista Università di Milano


(Avvenire – Scripta Manent, 20 aprile 2023)

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