9 Novembre 2021
Frankfurter Allgemeine Zeitung

Quattro scrittrici sulla bielorussia: “Non distogliamo il nostro sguardo dalla tragedia!”

delle firmatarie


Al presidente del Consiglio europeo

Charles Michel

Al Presidente del Parlamento europeo

David Sassoli

Ai membri del Parlamento europeo


Il governo polacco ha imposto lo stato di emergenza nella striscia di confine tra la Polonia e la Bielorussia, impedendo così a medici e infermieri di aiutare i malati e i moribondi nella zona di confine e bloccando l’accesso dei media alla tragedia che sta avvenendo lì. Tuttavia, bastano anche le informazioni incomplete e frammentarie per dare un’idea dell’immensa catastrofe umanitaria che si sta verificando al confine dell’Unione europea. Sappiamo che lì le persone subiscono la spietata procedura dei respingimenti e sono esposte alla fame, all’esaurimento e all’ipotermia nelle paludi.

Agenzie di viaggio bielorusse controllate dal regime di Lukashenko promettono ai disperati, in cambio di grosse somme di denaro, di poter raggiungere il territorio dell’Ue. Le persone attirate a Minsk in questo modo vengono portate nei boschi vicini al confine tramite trasporti organizzati. Da lì vengono spinte con la forza in Polonia, e le guardie di frontiera polacche le respingono con forza verso la Bielorussia. Nei casi peggiori, con esito fatale. Di alcuni morti conosciamo il nome, altri muoiono in modo anonimo.

Ora, come cittadine dell’Ue, ci rivolgiamo ai rappresentanti dell’Europa democraticamente eletti: non distogliamo il nostro sguardo dalla tragedia!

Dobbiamo essere consapevoli che degli esseri umani sono usati come ostaggi in questa guerra ibrida. Queste pratiche diaboliche passeranno alla storia come esempi della versione moderna della crudeltà. Troppe volte nella storia dell’Europa ci siamo concessi di non sapere. Abbiamo chiuso gli occhi. Ci siamo tappati le orecchie. Abbiamo taciuto. Le esperienze del XX secolo ci hanno mostrato chiaramente che esiste una conoscenza scomoda e tormentosa. La maggior parte delle persone non ha voluto farsene toccare, per salvaguardare il proprio benessere. Oggi questa situazione si ripete.

Per noi, l’Unione europea è soprattutto una comunità morale transnazionale, basata sulle regole della solidarietà interpersonale. Questo ci autorizza a sollecitare una presa di posizione univoca. Comprendiamo che non è facile far fronte all’assalto della disperazione ai confini dell’Europa. Tuttavia, ciò che stiamo permettendo che accada a queste frontiere non corrisponde ai nostri valori europei fondamentali.

Facciamo appello a voi per risolvere questa crisi umanitaria nel modo più rapido ed efficace possibile, tenendo conto della Convenzione di Ginevra sui rifugiati, e in particolare, per concedere l’accesso alla procedura d’asilo a tutti coloro che lo richiedono e che attualmente sono bloccati al confine orientale dell’Ue.

Chiediamo una vasta iniziativa diplomatica nei paesi del Medio Oriente per contrastare la narrazione fuorviante del regime bielorusso, che mira ad attirare il maggior numero possibile di rifugiati disperati al confine polacco-bielorusso, con lo scopo di aggravare e destabilizzare la situazione politica in Polonia e in tutta l’Unione europea.

Soprattutto, chiediamo che le organizzazioni che possono fornire assistenza medica e legale abbiano accesso alla zona di confine.

Chiediamo che giornalisti e media accreditati possano accedere alla zona in stato di emergenza, condizione essenziale per fornire al pubblico informazioni complete e veritiere.

Ci sentiamo dolorosamente perplesse: sapere vuol dire essere consapevoli del male che sta avvenendo. La conoscenza dovrebbe essere seguita dall’azione.


Svjatlana Aleksiević

Elfriede Jelinek

Herta Müller

Olga Tokarczuk

Vincitrici di premi Nobel per la letteratura


(Frankfurter Allgemeine Zeitung, 9 novembre 2011 – traduzione di Traudel Sattler)

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