11 Febbraio 2022
Il Quotidiano del Sud

Quell’imprevisto al liceo scientifico di Castrolibero

di Franca Fortunato


Al liceo scientifico “Valentini-Majorana” di Castrolibero (Cs), “scuola d’eccellenza”, accadeva qualcosa di imprevisto negli stessi giorni in cui nelle piazze di tante città italiane divampava la protesta studentesca, repressa a manganellate dalla polizia, per la morte di Lorenzo Parelli, lo studente diciottenne ucciso in fabbrica da una trave […]. Alle 7,30 del 3 febbraio il liceo scientifico viene occupato da centinaia di studenti, l’ingresso serrato con un catenaccio, docenti e dirigente chiusi fuori e striscioni con scritte “Stop alle molestie”, “Stop al silenzio”. Nessuno/a se l’aspettava. Molestie sessuali da parte di professori, in particolare uno, e silenzio da parte di chi ha sempre saputo e taciuto per la “buona immagine del liceo”. Tutto è partito da una ragazza, Diana, ex-allieva e universitaria, che in modo anonimo su Instagram ha raccontato un episodio che le era accaduto qualche anno fa. «Il professore mi ha chiesto una foto del mio seno nudo – ha scritto – per avere la sufficienza. Ho riferito l’episodio alla preside. E poi l’ho raccontato anche ai miei genitori, ma non ho denunciato alle forze dell’ordine, perché rassicurata dalla dirigente che avrebbe preso provvedimenti.» Nessun provvedimento, le molestie sono continuate e le ragazze le hanno raccontate sulla pagina di Diana. Ne riporto solo alcune: «Il professore mi ha toccato il seno», «Se volevo la sufficienza dovevo dargli una mia foto nuda», «Durante i compiti in classe faceva spostare la mia compagna di banco e si sedeva per farmi prendere la sufficienza, ma mentre mi spiegava cosa dovevo fare, poggiava la mano sulla schiena e pian piano scendeva. Cercavo di spostarmi per evitare che mi toccasse e lui la smetteva per un po’, poi ricominciava e mi indicava le cose cercando in qualche modo di toccarmi il seno». Dalle denunce all’occupazione il passo è stato breve. Vogliono essere ascoltate/i, pretendono le dimissioni della preside e l’allontanamento del professore perché «non è giusto per chi ha subito violenza o ancora continua a subirne vedere tutti i giorni nei corridoi il mostro che l’ha molestata». La preside è la stessa che ha imposto “l’obbligo dell’abito decoroso”, che per le ragazze sa di misoginia di chi pensa che siano loro a provocare con l’abbigliamento. Soltanto alcuni mesi fa ragazze delle università di Cosenza e Catanzaro, in forma anonima, avevano denunciato abusi e molestie sessuali da parte di professori. Mi si dirà che molestatori nelle scuole ce ne sono sempre stati, vero, anch’io da docente ne ho incontrato uno e insieme alle ragazze l’ho fatto allontanare dalle mie classi, ma quello che c’è di nuovo in quel liceo e che mi dà gioia è vedere che nelle ragazze è cresciuta la consapevolezza dell’inviolabilità del proprio corpo, che non hanno paura di denunciare e che le altre ragazze e i ragazzi, a differenza della preside, le credono. Questo è femminismo ma loro non lo sanno perché nessuno/a nella “scuola d’eccellenza” glielo ha insegnato. Non c’è eccellenza nella scuola se c’è sessismo, misoginia, autoritarismo aziendale, cancellazione della differenza femminile nei programmi e nella lingua, se non c’è tempo per l’ascolto, non c’è piacere di insegnare e imparare ma solo competenze da apprendere e vendere insieme alla vita sul mercato delle merci. Un modello di scuola che da docente ho avversato, me ne sono difesa e sono andata via al momento giusto.


(Il Quotidiano del Sud, 11 febbraio 2022)

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