25 Marzo 2022
Il Fatto Quotidiano

“Siete dei pazzi”: manifesto pacifista di papa Francesco

di Salvatore Cannavò


Di là la Nato, di qua il Papa. Di là i governi, come quello Draghi, definiti “pazzi” nella loro idea di aumento delle spese militari, di qua un manifesto pacifista integrale, come si può leggere nel discorso che ieri Papa Francesco ha tenuto al Congresso del Centro italiano femminile a Roma.

“IO MI SONO VERGOGNATO” – ha detto il Pontefice – “quando ho letto che un gruppo di Stati si sono impegnati a spendere il due per cento, credo, o il due per mille del Pil nell’acquisto di armi, come risposta a questo che sta succedendo adesso. La pazzia! La vera risposta, come ho detto, non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari, ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo”.

Le parole del Papa tagliano corto anche con i distinguo che pure nei giorni scorsi erano stati avanzati da alcuni osservatori circa la disponibilità della Chiesa ad avallare invio di armi in Ucraina o altre simili iniziative. Le parole di Francesco sono invece nette: “Penso che per quelle di voi che appartengono alla mia generazione sia insopportabile vedere quello che è successo e sta succedendo in Ucraina. Ma purtroppo questo è il frutto della vecchia logica di potere che ancora domina la cosiddetta geopolitica”.

La diversa mentalità viene rintracciata invece in un insieme di posizioni differenti che hanno il trait d’union della pace a tutti i costi: “Questo cambiamento di mentalità riguarda tutti e dipende da ciascuno. È la scuola di Gesù, che ci ha insegnato come il Regno di Dio si sviluppi sempre a partire dal piccolo seme. È la scuola di Gandhi, che ha guidato un popolo alla libertà sulla via della nonviolenza. È la scuola dei santi e delle sante di ogni tempo, che fanno crescere l’umanità con la testimonianza di una vita spesa al servizio di Dio e del prossimo. Ma è anche – direi soprattutto – la scuola di innumerevoli donne che hanno coltivato e custodito la vita”.

Da Gesù a Gandhi e ai santi, ovviamente, nel pieno della dottrina cattolica. La pace come la può disegnare un pensiero cristiano che si sta ponendo in questo momento come unica alternativa globale al ritmo di guerra che invece viene suonato da Mosca, naturalmente, ma anche dai Paesi occidentali.

A Francesco si associano poche voci, soprattutto da sinistra, come i Verdi e Sinistra italiana. Ma c’è anche la sponda del M5S, con Giuseppe Conte che è tornato ad attaccare ieri l’obiettivo del 2% del Pil contrapponendosi a Draghi (ne parliamo nelle pagine seguenti) e con il senatore Gianluca Ferrara, componente della Commissione Esteri del Senato, che ha sposato in pieno quel “pazzi” pronunciato da Papa Bergoglio. Invece dal Pd arriva una dichiarazione burocratica e imbarazzata, fatta a nome della segreteria da Francesco Boccia, che dice che il partito ha “una responsabilità istituzionale” e quindi se con il cuore appoggia le parole del Papa, con il cervello deve approvare l’aumento delle spese militari.

Quel che è più importante, Francesco sembra chiudere la polemica strisciante che lo aveva visto, non sappiamo quanto intenzionalmente, distinto dal Segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, che invece aveva parlato di un triste diritto alla resistenza da parte degli ucraini, aprendo alla consegna di armi. Consegna ieri esclusa invece dalla Cei, che si è espressa attraverso le parole di monsignor Stefano Russo: “Bisognerebbe arrivare a un disarmo totale e generale, ma in questo momento, purtroppo, non sta avvenendo”. Anzi, di fatto “il mercato delle armi alimenta le guerre, come più volte sottolineato da Papa Francesco”. La bussola pacifista è nelle mani del Vaticano, quindi, e questo costituisce un fattore potente a livello internazionale, ma anche un limite della politica, almeno italiana. Forse pensando anche a questo la Tavola della Pace ha lanciato un’edizione straordinaria, il 24 aprile, della marcia Perugia-Assisi. Come ha detto Flavio Lotti, storico coordinatore della Tavola, “il nostro governo, come altri, non sta facendo abbastanza per sostenere lo sforzo necessario del negoziato. Dobbiamo uscire dalla logica della guerra e agire affinché Putin torni al tavolo della trattativa. L’unica persona che sta veramente lavorando in questa direzione è il Pontefice”.


(Il Fatto Quotidiano, 25 Marzo 2022 )

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