21 Novembre 2022
la Repubblica

Violenza sessuale e molestie alle studentesse: condannato professore dell’università di Bologna

di Ilaria Venturi


«Si dichiarò disponibile a farmi da relatore per la tesi, mi propose di nominarmi sua “assistente” e quando quel giorno mi molestò diventò il mostro che mi porto dietro nelle notti. Essere costretta a […] a subire umiliazioni devastanti e lavaggi psicologici […] e, ancora, toccamenti, insulti e schiaffi: sono solo alcune delle cose successe in quelle sei ore che mi annullarono completamente. E quando chiesi chiarimenti lui mi rispose: qui dentro funziona così». È il racconto agghiacciante di una studentessa universitaria. E non è il solo. Le testimonianze, con nomi di fantasia – Micaela, Lucia e Sara – sono state rese pubbliche dal collettivo MalaConsilia al quale si erano rivolte le ragazze. Denunce che hanno portato un docente di settant’anni, già in pensione ma che ancora teneva corsi, ex direttore di dipartimento, alla condanna.

Il professore, già allontanato dall’università, a processo ha patteggiato, nei giorni scorsi, una condanna per violenza sessuale a un anno e 8 mesi. La pena è stata sospesa, vincolata al fatto che il docente si sottoponga a un percorso di recupero presso enti o associazioni che si occupano di assistenza psicologica. «Il lavoro fatto da questa associazione è molto serio e coraggioso, credo sia questo il vero lavoro da fare – commenta Milli Virgilio, l’avvocata che ha difeso le studentesse. – Il fenomeno è trasversale come sa ognuna di noi che è stata all’università, e che anche professionalmente ho potuto riscontrare, perché si innesta nei rapporti di potere tra uomini e donne, particolarmente accentuato nel contesto accademico. Bisognerebbe anche ragionare sul fatto che quello che succedeva con questo professore era risaputo. Ma è così anche in altre situazioni: su questi fatti cala il silenzio. È anche questo che va cambiato, siamo sulla strada giusta: adesso comincia a non essere più così».

I racconti delle studentesse

[…] «Mi aveva fatta sentire speciale, aveva fatto apprezzamenti e proposto progetti insieme, ma aveva aggiunto che me li sarei dovuti guadagnare». Confusa e manipolata, Lucia non ne ha parlato con nessuno per molto tempo, «mi sentivo sempre colpevole». Sara, stesso identico copione. […]

Episodi ripetuti in passato, già nel 2012, e l’anno scorso. «Abbiamo lottato contro colpevolizzazioni, etichette e giudizi esterni: “Perché non te ne sei andata?” “Perché sei tornata?” “Come hai fatto a non accorgertene?” “Perché non hai parlato subito?” “Se fossi stata in te…” – raccontano le studentesse – Intere giornate passate a ricordare ogni minimo dettaglio, elaborare il dolore, pianificare, raccontare. Ma non abbiamo mollato, perché avevamo tanto da gridare, e non eravamo sole, eravamo insieme». E alla fine è arrivata la condanna penale.

Lo sportello contro la violenza di genere

«È necessario vigilare sugli spazi universitari affinché eventi del genere non si ripetano» dichiara Silvia Mazzaglia, attivista della MalaConsilia. «In questo caso l’ateneo è intervenuto tempestivamente prendendo provvedimenti, ma sappiamo che di casi simili ce ne potrebbero essere tanti, troppi. I casi che abbiamo raccolto non riguardano solo il 2021, ma anche il 2010 o il 2012 e questo ci dice che la violenza di genere è un problema strutturale all’interno dell’Università, così come lo è in ogni settore della società». Il 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza alle donne, MalaConsilia terrà un presidio organizzato dai collettivi femministi al portico dei Servi alle 17.30, per «protestare contro questa violenza e contro tutte le violenze che ancora le donne subiscono».

L’università di Bologna ha aperto a ottobre scorso uno sportello universitario contro la violenza di genere gestito dalla Casa delle Donne per non subire violenza. E sul caso interviene così: «I fatti sono stati portati alla nostra attenzione nel dicembre 2021. Non appena ricevuta la segnalazione, l’Ateneo è intervenuto immediatamente presso la Procura, trasmettendo tutte le informazioni in suo possesso. Congiuntamente, è stata data disposizione di sospendere il docente da ogni funzione didattica fino alla conclusione dell’indagine. […]


(la Repubblica, 21 novembre 2022)

Print Friendly, PDF & Email