22 Gennaio 2022
Adista

Visitazioni per rompere il silenzio

di Doranna Lupi e Grazia Villa


Il 10 dicembre 2021 Doranna Lupi e Grazia Villa dei Gruppi donne delle Comunità cristiane di base e le molte altre hanno presentato Visitazioni, un loro testo scritto a più mani che si può leggere sul sito delle Cdb italiane https://www.cdbitalia.it/upload/gdonne/Visitazioni.pdf. A partire dalla lettura del testo sono intervenute Paola Lazzarini, presidente dell’associazione Donne per la chiesa, Adriana Valerio, storica e teologa del Coordinamento Teologhe Italiane, e Zuzanna Flisowska, coordinatrice per l’Italia di Voices Of Faith.

Visitazioni raccoglie immagini, racconti e suggestioni di una storia trentennale in cui i gruppi donne delle comunità cristiane di base e molte altre, appartenenti a diversi gruppi e associazioni, pur restando nelle loro comunità e chiese, hanno intrapreso insieme un percorso separato dagli uomini, maturando una coscienza critica nei confronti della Chiesa cattolica, patriarcale e gerarchica e di un sistema di pensiero teologico ancora tutto al maschile. Un’esperienza di teologia attiva e di pratiche liturgiche contrassegnate da gesti, linguaggi, immagini femminili, espressioni di una ministerialità differente di cui la Chiesa ormai non può più fare a meno.

La scrittura di questo testo è stata, prima di tutto, un atto sinodale, orientato a un cammino condiviso con le donne che in questo momento si stanno muovendo nella Chiesa con libertà e determinazione, rendendosi artefici di un grande risveglio.

Nasce quindi dal desiderio di camminare insieme per continuare a essere annuncio profetico, provocazione al cambiamento, smascherando le radici patriarcali della Chiesa e valorizzando reti di relazioni tra donne. Come sostiene Nathalie Becquart, prima suora nominata sottosegretaria al Sinodo dei vescovi con diritto di voto, le donne osino prendere la parola e occupare il posto che spetta loro […] quello che offrono di specifico è l’essere motore di sinodalità. Perché desiderano fortemente che la Chiesa non sia più una Chiesa clericale riservata a una élite.

Anche il brano della Visitazione di Luca 1,39, con cui si apre il racconto, rivela i tratti di questa specificità femminile. Com’è spiegato nell’introduzione, «nella Visitazione c’è tutto ciò che il patriarcato ha cercato di sottrarci, senza riuscirci mai del tutto: i nostri corpi, l’autorità materna, la genealogia femminile, il riconoscimento tra donne della sapienza, della profezia e il loro benedirsi reciprocamente. Maria va incontro a Elisabetta per riprendere il cammino con lei, in un viaggio che conosce la sosta generativa dell’attesa nella preghiera e il desiderio e la gioia per qualcosa di più grande. Metteranno al mondo due profeti maschi non patriarcali, Gesù e il Battista».

Oggi le donne possono ancora essere motore di sinodalità, arricchite dalla consapevolezza del proprio valore e della propria specificità, alla quale non vogliono rinunciare per nessuna ragione, rafforzate dalla memoria di una genealogia di donne che hanno continuato, nonostante tutto, a camminare insieme con determinazione. È fondamentale disseppellirne la storia – ha esortato Adriana Valerio – e riflettere su «strategie che ci aiutino a rimanere nel tempo, lasciare traccia di quello che facciamo in vista della costruzione di una Chiesa diversa, senza escludere una riflessione più ragionata e politica».

Per questa ragione è stato inserito nel racconto il percorso dei Sinodi di donne europee, nato negli anni Ottanta in un contesto cristiano ecumenico e culminato nel 2003 nel Sinodo Europeo delle Donne di Barcellona Compartir cultures, al quale parteciparono alcune delle autrici insieme a circa 700 donne cristiane, musulmane ed ebree, provenienti da trenta Paesi europei e da Africa, America, Asia. Un evento ecumenico e interreligioso di grande apertura, che può ispirare oggi il pellegrinaggio promosso da Catholic Women’s Council (CWC) e in Italia da Voices of Faith, avviato dalle donne della chiesa tedesca di Colonia (Maria 2.0), che ora coinvolge gruppi e reti di donne dei cinque continenti, con incontri, conferenze, preghiere, espressioni artistiche, e che si dovrà concludere a Roma.

Durante l’incontro abbiamo constatato insieme quanto restino tutt’ora liberanti, e quindi necessari, alcuni elementi legati alla nostra esperienza di Visitazioni.

Non è necessario cominciare sempre da capo, abbiamo a disposizione un bagaglio di saperi da cui ripartire; la fatica, piuttosto, resta quella, evidenziata da Grazia Villa, di «continuare a pronunciare il doppio sì al femminismo e alla Chiesa». Per chi si trova all’interno, tenere insieme le due cose, in certi momenti, significa affrontare dei conflitti, prima di tutto interiori, e poi anche relazionali.

Come ha sottolineato Paola Lazzarini, è importante mettere continuamente il corpo al centro della nostra riflessione, per tenere salda la nostra integrità di mente-corpoemozioni: «Ancora oggi, infatti, facciamo fatica a uscire da un modo di parlare del corpo che non sia in chiave o di sublimazione o di controllo».

Nel racconto si dedica ampio spazio al lavoro con il corpo e alla comunicazione non verbale, che hanno accompagnato tutti i convegni con laboratori di biodanza, yoga, meditazione, per ritrovare l’integrità di mente-corpo-emozioni. Questo esercizio di teologia corporea ha favorito il partire da sé per elaborare liberamente nuovi linguaggi, nuove immagini e nuove liturgie. Le donne di Maria 2.0 nel 2020 hanno apparecchiato la tavola e celebrato con naturalezza l’eucarestia davanti a molte cattedrali tedesche, un’azione rivelatrice, come nelle eucarestie tra donne riportate in Visitazioni, di quanto il sacro e il rito non siano patrimonio di un’istituzione di maschi consacrati, perché nascono da un’esperienza del mondo che è data a tutti e tutte. Confessa Zuzanna Flizowska: «Sono queste le esperienze che ho trovato molto interessanti, gli esempi concreti che mostrano che c’è un altro mondo che si può aprire se pensi in modo libero. Confesso che per me sarebbe interessante vivere questi momenti, questi incontri, queste preghiere con voi».

Queste sono solo alcune delle risonanze stimolate dalle parole delle relatrici, che hanno suscitato un ampio dibattito, difficile da sintetizzare visto anche il grande numero (più di cento persone) di partecipanti.

I nodi emersi, da affrontare insieme, sono sostanzialmente due. Il primo è stato il tema del potere, emerso in più interventi e molto caro alle donne delle nuove generazioni, inteso come responsabilità di governare e decidere, in ogni ambito, anche nella Chiesa. La questione del potere è veramente cruciale, ineludibile: «Va messo sul piatto in maniera esplicita per creare delle possibilità di pesi e contrappesi per una condivisione reale del potere e dell’autorità» (Paola Lazzarini). Si muove ugualmente in questa direzione la dimensione di attivismo della rete di Voices Of Faith. Nel corso del dibattito è emersa anche la posizione di chi ritiene che sia necessario andare oltre la tentazione di conquistare il centro del potere attraverso l’omologazione al maschile; nello stesso tempo questo non può e non deve precludere l’assunzione di responsabilità, relegandoci ai margini, in una controcultura confortante e materna. Com’è scritto in Visitazioni, fare rete, rompere il silenzio e osare profeticamente riconoscendoci autorità possono darci la forza per scardinare il sistema centro/periferia di un potere gerarchico patriarcale.

Il secondo nodo parla del coinvolgimento degli uomini, che devono fare propria la lotta delle donne, poiché non riguarda solo le donne, ma tutti e tutte.

L’atto Sinodale della scrittura di Visitazioni ha già avuto, in questo incontro, con donne di diverse generazioni, di femminismi e contesti ecclesiali differenti, un suo primo esito positivo: abbiamo avuto modo di conoscerci e far interagire le nostre esperienze.


Per il 2022 sono previste nuove visitazioni. La prima è il 21 gennaio 2022 alle ore 17,45, online


al link https://us02web.zoom.us/j/88910626779


Doranna Lupi e Grazia Villa fanno parte dei Gruppi donne delle Comunità cristiane di base e “le molte altre”


(Adista Segni Nuovi, n° 2, 22/01/2022)

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