14 Novembre 2023
Haaretz

Vivian Silver, attivista per la pace israelo-canadese è stata uccisa nell’attacco di Hamas del 7 ottobre

di Judy Maltz


Una delle fondatrici del movimento israelo-palestinese Women Wage Peace e di altre organizzazioni pacifiste; si pensava che Vivian Silver fosse stata rapita da Hamas e portata nella Striscia di Gaza.


È confermato che Vivian Silver, la veterana attivista per la pace che si pensava fosse tra i circa 240 civili e soldati israeliani rapiti da Hamas il 7 ottobre, è stata uccisa la mattina dell’attacco. Lunedì gli esperti forensi hanno informato la famiglia di aver identificato con certezza i suoi resti, più di cinque settimane dopo gli attacchi.

Appartenente di lunga data a Be’eri – uno dei kibbutz al confine con Gaza, invasi da decine di terroristi di Hamas il 7 ottobre – Silver per anni ha aiutato i residenti palestinesi di Gaza che necessitavano di assistenza medica in Israele. Rimasta vedova diversi anni fa, viveva da sola a Be’eri. Secondo il figlio Yonatan Zeigen, la donna è stata sentita per l’ultima volta sabato mattina alle 11:07. Prima aveva comunicato ad amici e parenti che si era nascosta dietro un armadio nella sua stanza di sicurezza.

«All’inizio ci siamo sentiti per telefono, ma poi, quando abbiamo sentito gli spari avvicinarsi, abbiamo deciso che era meglio passare ai messaggi di testo», ha raccontato ad Haaretz.

Zeigen ha raccontato che nel suo ultimo messaggio alla madre ha scritto «Sono con te». Lei ha risposto: «Ti sento».

Descrivendo sua madre come “una persona molto resistente”, ha raccontato che nella loro ultima conversazione telefonica ha scherzato sul fatto che non aveva portato con sé un coltello nella camera blindata. «Per noi è stato divertente, perché mia madre era una pacifista», ha detto.

Zeigen, che vive a Tel Aviv, aveva programmato di andare con la sua famiglia a Be’eri per il fine settimana, per trascorrere la festa ebraica di Simchat Torah con sua madre. «Nella nostra conversazione telefonica, ci siamo detti entrambi quanto fosse stata una fortuna che non fossi andato», ha raccontato. L’altro figlio, Chen, vive nel Connecticut.

La settantaquatrenne, nata a Winnipeg, è immigrata in Israele cinquant’anni fa con il movimento giovanile sionista socialista Habonim Dror. Era tra i giovani e le giovani nordamericane che hanno contribuito a fondare il Kibbutz Gezer, nel centro di Israele.

Silver ha quattro nipoti, si è trasferita da Gezer a Be’eri con la famiglia nel 1990 e da allora vive lì. È stata una delle fondatrici del movimento israelo-palestinese Women Wage Peace, nato alla fine del 2014 dopo l’ultima grande guerra a Gaza. Pochi giorni prima che il suo kibbutz fosse invaso dai terroristi, aveva partecipato alla marcia che Women Wage Peace organizza ogni anno durante la festività di Sukkot.

In un’intervista rilasciata ad Haaretz sei anni fa, dopo che l’ennesima serie di combattimenti tra Israele e Gaza si era conclusa con una tregua, ha dichiarato: «Con quello che sta succedendo ora, credo che il nostro messaggio sia più che mai attuale. L’unico modo per porre fine a questa violenza è negoziare un accordo di pace. Questo cessate il fuoco può durare qualche settimana o qualche mese, ma finché le due parti non si siederanno a parlare, non sarà finita».

Vivian Silver è stata particolarmente attiva nel promuovere l’uguaglianza per le comunità beduine del sud di Israele, situate non lontano dal suo kibbutz. È stata co-CEO – insieme ad Amal al-Sana – del Centro arabo-ebraico per l’uguaglianza, l’emancipazione e la cooperazione, che promuove la società condivisa tra ebrei e arabi in Israele e gli sforzi di pacificazione tra israeliani e palestinesi.

Tra le molte attività di volontariato che ha svolto nel corso degli anni, è stata un membro attivo di Road to Recovery, un’organizzazione che aiuta a trasportare i pazienti da Gaza negli ospedali in Israele, affinché possano ricevere cure mediche adeguate.

Aveva deciso di immigrare in Israele dopo aver trascorso il suo terzo anno all’estero presso l’Università Ebraica di Gerusalemme. Nel 1974, il giorno dopo aver discusso la tesi in Canada, si è imbarcata su un volo di sola andata per tornare in Israele.

Nel 1981, Silver aveva fondato un dipartimento per la promozione dell’uguaglianza di genere all’interno del movimento dei kibbutz e in seguito ha fatto parte del consiglio di amministrazione del New Israel Fund.

Nel 1998 è stata nominata direttrice esecutiva dell’Istituto Negev per le Strategie di Pace e Sviluppo a Beersheba. Fino allo scoppio della seconda intifada, all’inizio degli anni Duemila, si è recata spesso a Gaza per partecipare a varie iniziative di pace tra i popoli.Colette Avital, un’ex diplomatica, membro della Knesset e sua amica, ha dichiarato: «Ogni volta e ovunque la incontrassi, era sempre entusiasta per una nuova idea, si buttava in nuove iniziative, era sempre ottimista e pronta ad aiutare, aveva sempre il sorriso sulle labbra […] Non posso fare a meno di pensare, di cercare di immaginare quali devono essere stati i suoi ultimi pensieri, quando ha visto gli uomini per cui ha combattuto, gli uomini che ha aiutato, venire a strapparle brutalmente la vita. E non riesco a trattenere le lacrime. Per lei, per la pace».


(Haaretz, 14 novembre 2023, traduzione di Laura Colombo)

Print Friendly, PDF & Email