27 Agosto 2016
la Repubblica

Danimarca, la preghiera del venerdì guidata da due donne Imam: “Vogliamo essere d’ispirazione”

di Andrea Tarquini


Una pagina di storia, una svolta per l’Islam è stata scritta nei fatti alla preghiera del venerdì nella moschea Mariam di Copenhagen, uno dei luoghi di culto musulmani nella capitale danese. Per la prima volta in Danimarca, e probabilmente in Europa, due donne-imam hanno celebrato la cerimonia. E parlando ai fedeli hanno affrontato i problemi più attuali e dolorosi, dal divieto del Burkini in Francia e altrove alla lotta tra innovatori e conservatori patriarcali nell’islam, e ovviamente di un’idea d’Islam in cui le donne abbiamo piena parità di diritti e di opportunità di vita libera.

Le due imam si chiamano Sherin Khankan e Saliha Marie Fetteh. Hanno celebrato insieme. Khankan ha intonato l’Adhan, l’appello alla preghiera, e ha pronunciato un discorso d’apertura. Fetteh ha rivolto ai fedeli radunati per pregare, in maggioranza donne, la Khutbah, o sermone. Tema, ovviamente, “le donne e l’Islam nel mondo moderno”. Con accenni critici, ma pochi, al divieto del Burkini.

Imam donne esistono già altrove, ma sono casi rari. Ce ne sono in Cina dal 19° secolo, in Sudafrica dal 1995, e a Los Angeles la ‘Moschea delle donne d’America’ ha aperto l’anno scorso. Preghiere vengono condotte a Oxford dalla imam Amina Wadud. Tutte le donne promosse Imam hanno seguito regolari studi religiosi islamici, ma spesso vengono boicottate dagli Imam maschi e dalle strutture e gerarchie tradizionaliste della fede musulmana.

“Questo movimento nato ora in Danimarca – ha detto Sherin Khankan – è parte di un vasto movimento mondiale, spero che potremo dare l’ispirazione a donne in altri paesi ed essere ispirate da loro”.
Saliha Marie Fetteh
Alla preghiera del venerdì officiata da Sherin e Saliha Marie hanno partecipato centinaia di donne, anche di altre religioni o laiche. Segnale di presenza e solidarietà. “Siamo ancora in un processo d’apprendimento, ai primi passi d’un viaggio spirituale”, ha affermato al Guardian Sherin Khankan.

La Moschea Mariam dove le due imam hanno celebrato per la prima volta è da sempre schierata con l’islam liberal e progressista. Ha già celebrato matrimoni e divorzi. La moschea ha scritto e pubblicato una sua Carta sui diritti di chi si sposa, fondata su principi-chiave: la poligamia non è ammessa, le donne hanno il diritto a divorziare, un matrimonio verrà annullato se ci si è arrivati con violenza o coercizione, e in caso di divorzio le donne avranno pari diritti sui digli.

“Uno dei nostri principali obiettivi – ha dichiarato Sherin Khankan che indossa il velo solo durante le funzioni religiose – è di sfidare le strutture patriarcali nelle istituzioni religiose. L’Islam è stato dominato dai maschi, le donne non hanno ancora piena eguaglianza nel cattolicesimo e nel giudaismo, e nel protestantesimo l’ordinazione di donne-sacerdote è recente”.

La moschea delle due imam vuole anche sfidare “le interpretazioni patriarcali” e fondamentaliste del Corano, confrontarsi con la crescente islamofobia in Europa, promuovere i valori progressisti islamici. “Puntiamo sul dialogo, e abbiamo ricevuto molto feedback di reazioni positive da fedeli in Pakistan e Iran, dai paesi arabi, dalla Turchia, dall’Europa. Ci muoviamo su basi teologiche solide, non esistono critiche religiose valide contro di noi”, spiega Sherin Khankan. Ma i suoi genitori, la famiglia e non pochi amici si sono opposti duramente alla sua scelta di divenire Imam e guidare una moschea. E anche la maggioranza delle moschee danesi (il 90 per cento sono schierate su posizioni tradizionaliste) boicottano la Mariam. Persino in Danimarca, come nel resto del civilissimo e tollerante Grande Nord, l’allarme-migranti e la paura del terrorismo hanno suscitato movimenti xenofobi e rafforzato gruppi politici nazionalpopulisti.

 

(la Repubblica, 27 agosto 2016)

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