15 Giugno 2015
#VD3

Di che cosa parliamo quando parliamo di conflitto tra donne? – ¿De qué hablamos cuando hablamos de conflicto entre mujeres?

 

di Ana Mañeru
 
Quando parliamo (io, per esempio) di “conflitto tra donne”, ciò di cui stiamo parlando davvero è di “conflitto tra due donne”, una delle quali di solito è quella che introduce l’argomento, cioè quella che è preoccupata per qualcosa ma non riesce a nominarla in prima persona (o lo teme) e la lascia velata in un plurale che diventa una generalizzazione e che è un’inquietudine per tutte (lei per prima): crescono i sospetti, le supposizioni, il timore che il problema sia più grande di quello che è… Cioè questo plurale, che in apparenza si potrebbe pensare che si usa per ammorbidire le tensioni, per non “personalizzare” e fare meno male, in realtà risulta molto distruttivo, dato che inoltre favorisce il parlare di nascosto, il fare schieramenti, o porta a credere che la potenza delle relazioni tra donne non esista.
 
“Conflitto tra due donne” è qualcosa alla nostra portata, però al plurale diventa straripante. “Conflitto tra donne” è un’astrazione che rende difficile capire, specialmente a chi la dice, di che cosa si stia parlando e pertanto rende difficile risolverlo in qualche modo: modificando se stessa, lasciando cadere quella relazione, combattendo per ciò che lei pensa debba essere, cercando una mediazione vera invece che partigiane, lasciando in sospeso… ma non lasciando che passi a ingrossare quel sacco indefinito de “i problemi di relazione tra donne”, che pesa come la pietra e non porta a niente di buono.
 

(Traduzione dallo spagnolo di Clara Jourdan, Via Dogana3, 15 giugno 2015)

 

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de Ana Mañeru
 
Cuando hablamos (yo, por ejemplo) de “Conflicto entre mujeres”, de lo que estamos hablando realmente es de “Conflicto entre dos mujeres”, una de las cuales suele ser la que introduce el tema, es decir a la que le preocupa algo pero no acierta (o teme) nombrarlo en primera persona, y lo deja velado en un plural, que se convierte en una generalización y que es una inquietud para todas (para ella la primera): crecen las sospechas, las suposiciones, el temor a que el problema sea mayor de lo que es…, es decir, ese plural, que en apariencia se podría pensar que se usa para suavizar las tensiones, para no “personalizar” y dañar menos, en realidad resulta muy destructivo, pues además favorece hablar por lo bajo, hacer bandos, o lleva a creer que no existe la potencia de las relaciones entre mujeres.
 

“Conflicto entre dos mujeres” es algo abarcable, pero en plural se desborda. “Conflicto entre mujeres”, es una abstracción que dificulta entender, especialmente a la que lo dice, de qué se está hablando y por tanto resolver de algún modo: transformándose una misma, dejando caer esa relación, peleando por lo que ella piensa que debería ser, buscando mediación verdadera en lugar de partidarias, dejándolo en suspenso… pero no dejando que pase a engrosar ese saco indefinido de “los problemas de relación entre las mujeres”, que pesa como las piedras y no lleva a nada bueno.
 
(Via Dogana 3, 15 giugno 2015)

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