27 Marzo 2014
La Repubblica

Dieci registe per un porno: così si libera il desiderio femminile

di Alessandra Vitali

 

“Perché mi diverte provare a raccontare come nasce il desiderio e come si scatena”. “Perché ho l’assurda ambizione di realizzare un prodotto che sia allo stesso tempo pop, godibile e consapevolmente politico”. “Perché la vita sessuale delle donne italiane non è espressa, noi in questo senso non esistiamo”. Ma anche “perché a me i porno piacciono, e potrebbero essere molto più potenti se fossero liberatori e creativi”. Sono alcuni dei “perché” dieci donne hanno deciso di girare altrettanti corti porno. Un collettivo femminile per una raccolta che libera un desiderio, risponde a un’esigenza, prova a colmare una lacuna. Si chiama Le ragazze del porno – My Sex “e nasce da una mancanza politica, culturale e di immaginario” la sfida del gruppo “Le ragazze del porno“, sigla sotto la quale si sono raccolte le registe che nel 2012 hanno deciso di relizzare un film fatto di dieci cortometraggi pornoerotici. Le riprese inizieranno a luglio, ogni artista sarà libera di scegliere un’estetica, un punto di vista, di lavorare su fiction, gonzo, documentario, videoarte, senza censure. Verranno realizzati in più tappe – si inizia con i primi tre – e finanziati grazie al crowdfunding che parte alla fine di questo mese sulla piattaforma Indiegogo e da Art for Porn, una vendita di opere di artisti date in donazione. Sono le stesse registe a spiegare il progetto, e a invitare a sostenerlo, in un video che Repubblica.it vi propone in anteprima e nel quale, letteralmente, si mettono a nudo:

 

http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2014/03/27/news/le_ragazze_del_porno-82040158/?ref=HRERO-1

 

“Più che alla pornografia pensiamo a un nuovo genere cinematografico, una sorta di realismo sessuale” spiegano, perché i protagonisti dei loro lavori “non sono pupazzi presi solo nell’atto sessuale, hanno un passato, un futuro”. “È una pornografia diversa, molto diversa, personale”. Le autrici hanno fra i 25 e i 70 anni, lavorano nel cinema e nella tv, nel teatro e nella videoarte. Così nascono Alicia in the supermarket scritto e diretto da Roberta Torre, Mano di velluto scritto e diretto da Regina Orioli, Educazione sentimentale di Hot Rabbit scritto e diretto da Mara Chiaretti, Seratina scritto e siretto da Anna Negri, I sogni muoiono all’alba scritto e diretto da Titta Cosetta Raccagni, Harem scritto da Melissa Panarello e diretto da Lidia Ravviso, Il sesso degli angeli scritto e diretto da Emanuela Rossi, Gang Banging scritto e diretto da Slavina, Queen Kong scritto e diretto da Monica Stambrini.

“L’erotismo è buono e ne abbiamo bisogno”, dicono “Le ragazze” citando Mia Engberg, ideatrice del manifesto per una pornografia al femminile al quale hanno aderito. In Italia non esiste ancora una scena analoga. È della Engberg, svedese, l’antologia di cortometraggi Dirty Diaries (“finanziata dallo Stato”, sottolineano), poi ci sono la spagnola Erika Lust, le registe francesi coinvolte nelle antologie di corti X-Femmes prodotte da Canal+, c’è Anna Sprinkle negli Usa con il suo porno post-modernista, c’è la casa di produzione Zentropa fondata in Danimarca nel 1992 da Lars Von Trier e pioniera nel produrre porno girati da donne per un pubblico femminile (Constance di Knud Vesterkiv, Pink Prison di Lisbeth Lynghoft, All about Anna di Jessica Nilsson), insomma nel resto del mondo c’è un’attiva scena post-pornografica che manca in Italia.

Quello che da noi non manca sono i problemi di censura, economici, di distribuzione. Per questo “Le ragazze” hanno pensato al crowdfunding. Con il budget ottenuto verranno realizzati i primi tre film del lungometraggio. C’è già una piccola troupe (quella che ha girato il video) ma ogni regista sarà libera di lavorare con chi preferisce. “La nostra maggiore difficoltà sarà trovare attori disposti a girare scene di sesso esplicite… Ma sarà anche divertente scoprire che forse non è così difficile come sembra. Anzi, se siete interessati, fatevi avanti”.

(La Repubblica, 27 marzo 2014)

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