15 Gennaio 2015

Difendiamo la libertà di espressione (2)

di Luisa Muraro

 

Temo di avere scandalizzato persone oneste e chiedo di poter tornare sul mio breve commento alla strage del 7 gennaio a Parigi.

Se devo pensare a chi fomenta odio e paura degli altri sfruttando la libertà d’espressione, mi vengono in mente alcuni saggisti politici, i predicatori fanatici, certi partiti politici e ultimamente anche qualche romanziere…

I redattori di Charlie Hebdo sono fuori da questa lista! Loro hanno fatto da bersaglio di un odio fomentato da altri. Era un rischio di cui avevano consapevolezza, va detto. Quanto al vendere più copie, perché no? Volevano far ridere e dovevano vendere più copie, anche da qui passa la nostra libertà d’espressione.

Per fortuna, alcune e alcuni hanno capito le mie parole nel modo giusto. Che non vuol dire per forza essere d’accordo. Un uomo che stimo mi ha detto: ma chi stabilisce la misura giusta della satira? Chi traccia il confine fra la provocazione che ferisce inutilmente e quella che, facendo ridere, spinge a mettere in questione la realtà data?

Bella domanda. Forse troppo, inutile porsela? Io non lo penso e la pongo, soprattutto perché miro a escludere il potere costituito da ogni possibile risposta.

Per me, quella giusta misura è affidata alla persona singola, in primo luogo. Da antica lettrice di Linus so che Wolinski ne era capace. Degli altri non so, non conoscevo la loro produzione. Tant’è che non ho fatto nomi. Ho indicato una questione che non è solo di bravura personale, questo è chiaro, ed è ancora in cerca di risposte, rendiamoci conto. Per cui bisogna tenere aperto lo scambio evitando giudizi che sarebbero prematuri e contrapposizioni che sono scorciatoie verbali. Del potere politico e mediatico con le sue messe in scena non c’è da fidarsi e le cose veramente importanti, difendiamole in autonomia.

(Luisa Muraro, www.libreriadelledonne.it, 15 gennaio 2015)

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