25 Marzo 2016

Donne e Uomini LA DIFFERENZA ALLA PROVA DEL MONDO

 

Torreglia (PD), Casa Sacro Cuore, Suore S. Francesco di Sales o Salesie, via Rina 2. 21-22 Maggio 2016. Convegno organizzato dall’Associazione Culturale Identità e Differenza Rete nazionale di Donne e Uomini in relazione di differenza con Sede a Spinea (VE).

 

Donne e Uomini LA DIFFERENZA ALLA PROVA DEL MONDO

 

La fine del patriarcato è un evento che va visto su scala globale. È la differenza che accade, anche in forme impreviste, è miseria che viene meno. La fine del patriarcato significa anche crisi delle categorie che organizzavano la convivenza: democrazia rappresentativa, welfare, nazionalismo, famiglia patriarcale, separazione tra pubblico e privato, orientamenti sessuali definiti normativamente. In questo orizzonte, i conflitti prodotti dalla globalizzazione e il conflitto della differenza hanno lo stesso terreno: il fondamento materiale e simbolico del vivere, il senso dell’uguale e del diverso, l’orizzonte del desiderio e quello della norma, il rapporto con il pensiero e le pratiche attraverso le quali si nasce, si vive e si muore. Il fenomeno dell’immigrazione, con i suoi drammi, le sue speranze e le sue scommesse, è un’occasione per cogliere il senso profondo del cambiamento.

La politica delle donne è la politica, e deve arrivare anche là dove si decidono le sorti delle genti e dell’economia, luoghi apparentemente distanti dove però si annidano contraddizioni e conflitti, in primis quello tra i sessi. I fatti di cronaca da molti anni ormai raccontano dei nostri mari come cimiteri marini, delle politiche di accoglienza che da un lato alzano muri e fili spinati per chi scappa dalle guerre, e dall’altro ritengono indispensabile la manodopera straniera per l’economia dei Paesi europei. Sono queste politiche che ci pongono di fronte a una contraddizione viva: tra gli immigrati ci sono molti giovani maschi soli, senza famiglia, senza legami affettivi e in difficoltà rispetto all’emancipazione femminile. Possiamo capire le ragioni del disagio e della rabbia che li muovono: arrivano in paesi in cui tutti hanno tutto e loro nulla; stanno in paesi che hanno bisogno di loro ma contemporaneamente li rifiutano; lasciano legami e affetti per trovarsi soli ed emarginati, in luoghi con usanze che non comprendono. Pensiamo sia ai flussi di immigrati che cercano lavoro, sia ai profughi che scappano dalle guerre, ma anche ai giovani di seconda o terza generazione che vivono nelle banlieue o nelle periferie e si arruolano nell’ISIS. Una politica dell’accoglienza che non tenga conto della differenza sessuale è una cattiva politica, ma come ci poniamo, come donne e uomini, di fronte a questa rabbia e disagio maschile?

Un recente libro, Sguardi stranieri sulla nostra città, racconta, attraverso le parole di immigrate e immigrati, chi siamo noi e come abitiamo il nostro spazio e il nostro tempo. Il filo rosso che lega le storie e le testimonianze del libro è quello che prova chi arriva in una cittadina italiana da paesi lontani. L’immigrazione, per il tramite delle vive parole di donne e uomini migranti, diventa quindi il soggetto che parla di noi, non l’oggetto del discorso, il tema scottante su cui intervenire, e invita chi legge a una messa in discussione di verità e pregiudizi attraverso lo specchio dell’altro.

Sovvertire, lasciarsi spiazzare, farsi attraversare dalla differenza dell’altro per mettere a fuoco e affermare la propria differenza e costruire una convivenza vera (non solo il plurale accostamento di diversi punti di vista) è ciò che di meglio la politica delle donne ha da offrirci e che la politica dei partiti e delle istituzioni potrebbe cogliere.

E però. Se la politica delle donne è già all’opera in quel movimento profondo che produce e sostiene legami, progetti e forme di vita, se la libertà femminile avanza attraverso le vite concrete di donne e uomini e cambia le condizione del vivere di tutti, spesso in questo presente tormentato il senso della differenza inciampa, fin dentro “il femminismo”. Pensiamo alla neutralizzazione della differenza in molti movimenti contemporanei, anche femministi, seguiti dai/dalle più giovani che, nella tendenza all’indifferenziato e nel disegno di una società senza differenza sessuale, vedono un progetto politico di libertà.

Il mondo va avanti e ci attraversa con tutte le sue contraddizioni: nell’incontro di Torreglia vogliamo procedere restando attaccati a quello che succede a partire dalla differenza e dalla libertà femminile, sapendo che si comincia a pensare una libertà maschile distante dal potere.

Laura Colombo, Sara Gandini, Marco Deriu, Claudio Vedovati

 

Per informazioni: Laura Colombo – dracena@tiscali.it Marco Sacco – marco_sacco@live.it Adriana Sbrogiò – adriarca1@gmail.com Sito: www.identitaedifferenza.it

 

 

(www.libreriadelledonne.it; 21 maggio 2016)

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