14 Novembre 2014

Fabiola Gianotti, scienziata ad alta energia

di Sylvie Coyaud

Dal 2016 dirigerà il CERN Fabiola Gianotti,fino all’anno scorso coordinatrice della collaborazione ATLAS, l’esperimento che insieme al CMS ha catturato il bosone di Higgs.

Il Centro europeo per la ricerca nucleare, che ha appena festeggiato i suoi 60 anni è stato fondato dalla Germania, dalla Francia e dall’Italia, via via raggiunti dagli alti paesi dell’Unione e altri. E’ il più grande ente di ricerca d’Europa, con ottomila dipendenti e decine di migliaia di fisici, ingegneri, informatici di altri istituti, che collaborano per periodi più o meno lunghi. Tra altri acceleratori di particelle a velocità prossime a quelle della luce, ospita il grande collisone di adroni (Large Hadron Collider o LHC) che corre in un anello sotterraneo di 27 chilometri, sotto la frontiera franco-svizzera, vicino a Ginevra, con sei rilevatori distribuiti lungo la circonferenza. La macchina più potente di un mondo che spesso si immagina fatto di uomini ed è per quasi un terzo fatto di donne.

Per la prima volta, il CERN sarà diretto da una donna, metà piemontese metà siciliana, studi a Milano (pianoforte al Conservatorio, inizialmente). Fabiola Gianotti entra al CERN subito dopo il dottorato all’università di Milano, nel 1987, e appena cinque anni dopo diventa responsabile, per la fisica, di ATLAS (A Thoroidal LHC Apparatus), il più colossale rilevatore di particelle che ci sia (quando l’acceleratore non è acceso, si può visitare, è davvero monumentale), un esperimento di per sé al quale collaborano tremila fisici, mandati da 169 istituti di 38 paesi diversi. Come pochi scienziati oggi, ha competenze in campi diversi, fisica sperimentale ovviamente, ma anche una familiarità con i suoi strumenti, e con la matematica e l’informatica che consentono di estrarre qualcosa di significativo da valanghe di dati. Nel 1999 quando si accumulano ritardi e i superamenti del preventivo, i colleghi la eleggono “spokeperson” , e di nuovo nel 2009 quando sembra che l’acceleratore rivale – il Tevatron al FermiLab di Chicago – stia per catturare la preda più ambita e sfuggente: un bosone previsto in teoria da Peter Higgs e altri quasi cinquant’anni prima. Appena dopo il Big Bang, avrebbe creato il campo nel quale l’universo si è espanso e gli elettroni hanno acquisito la massa che permette alle particelle di aggregarsi in atomi, molecole, galassie, o esseri umani. Dato il ruolo decisivo, non trovarlo sarebbe stato imbarazzante. Leon Lederman – il premio Nobel che dirigeva il FermiLab – aveva dedicato un libro alla sua ricerca e l’aveva intitolato The Goddam Boson (ed. italiana, Mondadori) Dr Lederman, una bestemmia in copertina non si può, facciamo The God Boson, disse l’editore americano. In traduzione si trasmutò in “di Dio” facendo indispettire Lederman, decisamente ateo.

Quando il gioco si fa duro, scherza Elisa Molinari – una fisica della materia nelle nano-dimensioni che, altra rarità, dirige un istituto del CNR a Modena – ci vogliono nervi d’acciaio, autorevolezza indiscussa, pelo sullo stomaco e altre doti squisitamente femminili. Come se non bastasse la rivalità euro-americana, sul collisore c’era un secondo rilevatore, il Compact Muon Solenoid, a caccia del maledetto bosone. La gara internazionale iniziò nel settembre 2008 con un tonfo: un quench (una sorta di cortocircuito nei magneti) azzoppò l’acceleratore un mese prima dell’inaugurazione ufficiale in presenza di capi di stato, commissari europei, ministri, ambasciatori e altre autorità. La signora sospirò “succede” e si rimboccò le maniche per tirar su di morale i suoi “ragazzi”, trovare fondi per i dottorandi che avrebbero perso un anno e sarebbero rimasti senza stipendio, migliorare le simulazioni al computer, studiare, organizzare cene nella villetta appena fuori Ginevra, comprare scarpe dai tacchi vertiginosi, bref, pianificare il futuro della collaborazione e il proprio.

Si sa com’è andata. ATLAS è stata la squadra più disciplinata e solidale, mai una fuga di dati ancora da verificare come al Fermilab o al CMS, mai un malumore pubblico a parte un “Fabiola ci ha un caratterino…” ogni tanto. Ambiziosa, sicura, determinata è vero, ma assomiglia solo in parte a Emilia, uno dei personaggi dell’Energia del vuoto (Guanda), il giallo di Bruno Arpaia. Altrimenti non sarebbe stata rieletta per un secondo turno a capo di ATLAS durante “gli anni e mesi straordinari, da andare fieri”, per dirla con Marco Delmastro, un giovane collega, in Particelle familiari (Laterza).

Né sarebbe stata scelta il 4 novembre scorso dal Consiglio che governa il CERN per conto dei paesi membri, e senza applicare un “manuale Cencelli” come qualcuno ha scritto. Come gli altri candidati, Fabiola Gianotti aveva presentato un piano di battaglia per dare una nuova meta al grande collisore, e suscitare la partecipazione se possibile entusiasta di nuovi utenti, centri di ricerca, paesi finanziatori. Dopo molte consultazioni, aveva deciso di mirare alla materia oscura, che i suoi effetti gravitazionali fanno stimare nel 20% di quella totale dell’universo, detta oscura perché non è visibile e sopratutto perché non si sa di quali particelle sia formata. Sembra l’idea giusta per unire i fisici perché strada facendo si potranno confermare o smentire teorie alternative al “modello standard” delle particelle e delle forze che le fanno interagire, un modello che funziona nel senso che fornisce una spiegazione dei fenomeni osservati, però venerando, pieno di aggiunte e toppe che non piacciono a nessuno. Per fare quel lavoro ci vuole diplomazia con governi e certe prime donne di sesso maschile, una passione contagiosa, autorevolezza inossidabile, disciplina di ferro, nervi d’acciaio, il pelo al posto giusto. Il solito corredo, insomma, e qualcosa di più, la fama di onestà scientifica e lo charme spontaneo, “sotto le righe”, della cinquantenne con l’aria da ragazzina che il 4 luglio 2012 annunciava in mondovisione la scoperta di una particella “coerente con il bosone di Higgs”, senza nascondere le incertezze sempre insite nelle misure e nei calcoli, né di andarne fiera.

 

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