27 Dicembre 2016

Femministe, attente! Non fatevi incamiciare

di Cristiana Fischer

Mi richiamo a Rosaria Guacci e ai nodi che presenta nel suo scritto intitolato ““La coscienza femminile confusa” e la solitudine delle donne al potere” del 22 dicembre.
Sulle donne che oggi sono dappertutto lei rileva che sono in posizione esposta, “una sorta di camicia di Nesso che le avvelena costringendole, sempre seguendo il mito…”, Ro non specifica qual è “la camicia intinta di sangue”, ma si intuisce: che siano vincenti il desiderio e l’eccellenza.
In un libriccino di alcune cattoliche sulle donne nel Corano si specifica che siamo su un piano subordinato rispetto agli uomini: mai, come femministe, dimenticare l’oppressione di sesso! Ma, per quanto ci riguarda come femministe occidentali, in una prospettiva temporale e storica lunga, si può immaginare di volere un presente diverso, politicamente ed economicamente? Il presente ordine delle cose non è l’unica soluzione possibile, quindi l’entrismo nella situazione data non è l’unica soluzione per le donne. […]
Mi pare insensato considerare ovvio, come circola su internet, schierarsi sui democratici e su Hillary Clinton, perché in realtà vuol dire schierarsi con questo presente, con tutte le guerre e le alleanze e gli affari gestiti finora, con una configurazione internazionale del potere che si sostiene su un consistente sistema di “valori”: in parte libertari, in parte di correttezza, in parte egualitari, che poggiano su una piattaforma di infinite differenze particolari.
Perché mai le donne si stanno assimilando a questo presente, in nome dell’altezza dei loro desideri? Perché si fanno imprigionare da questa ideologia fintamente libertaria in realtà disarticolatoria? Non è semplicemente liquidatorio definire la moglie di Trump “pietrificata”? perché non ha un protagonismo da emancipata?
Le femministe occidentali si sono fatte imprigionare se sostengono un sistema politico mondiale cieco e bolso. Guardiamo anche fuori di noi, guardiamo il mondo come altro, per un momento, valorizziamo la millenaria estraneità femminile di cui, per altro, conosciamo il grande valore. Perché non vedere e riflettere sul cambio in corso? “Se Trump manterrà la sua promessa di rinunciare all’interventismo che ha sempre caratterizzato la politica estera americana, forse ci sarà una chance per il mondo musulmano di avviarsi sulla strada della stabilità politica e sociale. Un eventuale passo del nuovo inquilino della Casa Bianca in questa direzione significherebbe rinunciare all’egemonia statunitense sul mondo e accettare un nuovo equilibrio internazionale basato sul multipolarismo” (http://www.nigrizia.it/notizia/la-mezzaluna-e-trump).
Come scrive Ro: “non sarebbe più proficuo lavorare ad accrescere credibilità, competenza, autorità seguendo i propri intuito ed esperienza e negandosi alla cooptazione? Dire in questo caso un ‘no’ ben chiaro?”
Un saluto a tutte
Cristiana Fischer
(www.libreriadelledonne.it, 28 dicembre 2016)
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