16 Aprile 2016
il manifesto

Filmare il femminismo

di Sandra Lischi

Woman Studies. All’università di Sassari il Forum annuale delle studiose di cinema e audiovisivo produce il primo volume: “Filmare il femminismo” di Lucia Cardone e Sara Filippelli

All’Università di Sassari, da qualche anno, le studiose di cinema e audiovisivi italiane (con qualche apporto internazionale) si riuniscono per confrontare ipotesi di studio e intrecci con altre discipline: la letteratura, innanzitutto, che fu al centro delle prime giornate di studio, nel 2011: “Cinema e scritture femminili: letterate italiane fra la pagina e lo schermo” (Atti, a cura di Lucia Cardone e Sara Filippelli, pubblicati da Iacobelli, Roma 2011). Da lì è iniziata una consuetudine che si è rinnovata con l’apporto di nuove studiose ma anche – è una delle scelte del convegno – con la presenza di autrici, operatrici culturali, libere pensatrici della questione femminile e del suo rapporto con i diversi mezzi d’espressione e di elaborazione critica. FAScinA, questo il nome (Forum annuale delle studiose di cinema e audiovisivi), ha ora anche una collana dedicata, e pubblicazioni che si allontanano dalla forma degli “Atti” e si presentano come veri e propri volumi, preziosi contributi al pensiero sul cinema e le donne, sulle donne del cinema e nel cinema, su tematiche che ogni anno il Forum affronta e sviscera da diversi punti di vista. L’intento primo è quello di riequilibrare il panorama storico, critico e di idee che riguarda il cinema (nel suo senso più esteso) e che spesso ha tenuto in ombra, come in ogni campo del resto, l’apporto delle donne come ideatrici e autrici, come pioniere e come “fautrici”, come professioniste dietro le quinte, come ispiratrici, come pensatrici nei tanti apporti, a tanti livelli, al mondo audiovisivo. In ombra (magari di compagni più celebri), quando non invisibili o cancellate. Gli incontri di Sassari, atipici oltre che molto accoglienti e piacevoli, si inseriscono in modo fluido e originale nel solco degli women studies su cui il nostro Paese è in ritardo, e si propongono come esplorazione, scavo archeologico, microscopio che scruta la storia del cinema passato, come panoramica su un presente spesso trascurato; ma anche come telescopio che sappia delineare prospettive future e metodologie feconde per una ricerca a venire. L’idea del divenire del resto attraversa sia l’approccio generale che le singole storie e figure raccontate.
Il primo volume, uscito nel 2015 (ETS, Pisa), curato da Lucia Cardone e Sara Filippelli, è intitolato Filmare il femminismo. Studi sulle donne nel cinema e nei media, e raccoglie oltre venti contributi di studiose. La ricognizione riguarda le immagini delle donne, ma anche, in senso più lato, le donne delle immagini, ed è suddivisa in quattro sezioni, spesso in dialogo: le vite da pioniere; le filmabili differenze; Tv, media, femminismi; infine i femminismi di confine: video, arti, performance. Si tratta di esplorazioni che abbracciano oltre un secolo, riportando in luce pioniere dimenticate e proponendo ricognizioni su periodi cruciali, dagli anni Settanta al digitale; ma anche raccontando importanti esperienze di donne nelle reti televisive, ri-esplorando categorie come quelle della militanza, della memoria e della storia, e raccontando lo scavalcamento dei confini di genere e di generazione, in un costante spostamento di prospettiva, in cui la “differenza” diventa indicazione di uno sguardo salutarmente eretico. Non mancano aperture su media come la radio e riflessioni sulle professioni della comunicazione, sulla spettatorialità, sulle creazioni, le riappropriazioni e i remix delle donne in rete, su figure professionali e artistiche specifiche. Infine il femminismo che vive anche nelle performance, nelle pratiche artistiche intermediali, nelle fotografie, nelle opere odierne in cui il corpo ma anche le tradizionali manualità femminili (come l’intreccio e la tessitura) sono riproposti come nuovi modelli di approccio. Una ricognizione che nel volume è presentata con libertà narrativa e con scrupolosa documentazione delle fonti. Una vera miniera per questo importante campo d’indagine, di cui FAScinA prosegue l’esplorazione: nel novembre 2015 si è infatti svolto il successivo incontro, dedicato al tema dell’imperfezione. Di prossima uscita il volume relativo, che declina il tema al plurale: Imperfezioni. Studi sulle donne nel cinema e nei media.
Storie in divenire: le donne nel cinema italiano
Sono più di ottanta le collaboratrici e i (pochi) collaboratori al prezioso numero dei “Quaderni del CSCI, rivista annuale di cinema italiano”, dedicato nel 2015 a Storie in divenire: le donne del cinema italiano. La rivista è diretta da Daniela Aronica, redazione ed edizione a Barcellona. Un vero e proprio volume, questo undicesimo Quaderno, sovradimensionato rispetto all’iniziale progetto proprio per la ricca mole di contributi pervenuti. Il Quaderno, curato da Lucia Cardone, Cristina Jandelli, Chiara Tognolotti, si presenta come un volume da cui, d’ora in poi, non si potrà prescindere se si vuole studiare l’apporto delle donne al cinema italiano (e non solo italiano), dalle sue figure note ad artiste, autrici, registe, attrici meno conosciute. Saggi ma anche contributi brevi, fulminee schede biografico-artistiche, dall’animazione al documentario alla televisione alla videoarte, passando per il cinema-cinema; la relazione col teatro e la letteratura, lo sguardo di grandi autori sulla donna; e poi musiciste, costumiste, montatrici, fotografe di scena. Affollate e appassionate presentazioni si stanno svolgendo in varie città italiane.

(il manifesto, 16 aprile 2016)

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