16 Settembre 2016
#VD3

Gli algoritmi non sono amici delle donne

di Alice Peverata

 

L’incontro di Via Dogana 3 Ragazze e Algoritmi ha dato il via in maniera spontanea a una riflessione circa il significato che le parole “ragazze” e “algoritmi” hanno per me e soprattutto il loro accostamento. Gli algoritmi non sono amici delle donne.

 

Che cosa è un algoritmo? È, come da definizione, una sequenza precisa di operazioni comprensibili e perciò eseguibili da uno strumento automatico. Il mio interesse è colto da due termini che identificano la parola: “sequenza” e “operazioni comprensibili”. Procediamo con ordine: l’algoritmo è sequenziale. Questa sua caratteristica lo rende quanto di più lontano ci sia dal rapporto alla cui base troviamo sempre un’interazione, uno scambio e allo stesso tempo un’apertura sia tra chi lo intrattiene che con il mondo circostante. L’algoritmo è invece incanalante: si segue sempre l’assioma euclideo del cammino più corto, più veloce e non c’è possibilità di cambiamento perché il meccanismo è lo stesso. Con quest’osservazione non voglio sminuire l’importanza pratica di operazioni meccaniche che noi tutti conosciamo, tenevo a rilevarne la differenza.

L’algoritmo è anche, per quanto leggiamo, privo di ambiguità. Qui si gioca un’altra importante caratteristica: ogni azione svolta deve essere univocamente interpretabile dall’esecutore e pertanto se qualcosa non ha i criteri per essere processato non entra nella logica dell’algoritmo.

 

Ora la parola “ragazze”. Non appena vidi il titolo dell’incontro mi sembrò che dall’accostamento tra le due nascesse un ossimoro. Perché questo? Per molto tempo le ragazze sono rimaste fuori da quella logica, non avendo forse, fortunatamente, i criteri per essere “processate”.

La ricchezza e la totalità femminile di cui scrittrici e scrittori oggi e nella storia hanno parlato non si confanno ad un meccanismo sequenziale ed inequivocabile. Questo non perché una donna sia per natura incomprensibile, ma la sua capacità di “raccogliere da ogni cosa soltanto ciò che la alimenta, che la vivifica” le fornisce mille sfumature che un algoritmo non può comprendere.

Io sono una ragazza e studio ingegneria. Questo argomento è vicino alla mia sensibilità: mi piacerebbe non dover rinunciare alla mia femminilità in alcuni momenti e luoghi della mia vita.

Qualcosa può cambiare. Potrebbe esistere un nuovo tipo di algoritmo? Un algoritmo flessibile?

 

(Via Dogana 3, 16 settembre 2016)

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