2 Gennaio 2015
Il Quotidiano del Sud

GUARDATI DALLA MIA FAME – IL LIBRO DI LUCIANA CASTELLINA

RECENSIONE DI FRANCA FORTUNATO
PUBBLICATA IL 03.12.2014

 

Guardati dalla mia fame è l’ultimo libro scritto a due mani da Luciana Castellina e Milena Agus che racconta una storia vera, l’uccisione delle sorelle Porro ad Andria nel 1946, nel clima infuocato del dopoguerra e della lotta per il lavoro e la terra tra braccianti ed agrari. Il libro si compone di due parti. Nella prima, scritta da Agus, l’autrice entra nel palazzo delle sorelle Porro e, tra immaginazione e documentazione storica, ricostruisce la “tragedia privata” delle protagoniste. Delinea con grande abilità letteraria la personalità e la figura di Carolina e Luisa, anziane, nubili che anche dopo la guerra continuavano a «vivere da povere» pur essendo «ricche». Erano agrarie, anche se non avevano «la più pallida idea di quanto fosse grande il loro latifondo». L’autrice le accompagna con benevolenza nella loro vita quotidiana fino alla tragedia. Una vita trascorsa nella «quiete» del palazzo, tra un rosario e l’altro, lasciando fuori il mondo con le sue tragedie. Sarà quel mondo, di cui erano ignare, ad entrare nel palazzo e a rivoltarsi contro di loro. Nella seconda parte Luciana Castellina ricostruisce il contesto storico di quegli anni che vanno dal ’43 al ’48, e le circostanze politiche e sociali che, in quel 7 marzo 1946, fecero di una folla di poveri braccianti e delle loro donne dei feroci assassini. Quel giorno, nella piazza del Municipio di Andria si trovavano migliaia di persone in attesa di ascoltare il discorso di Giuseppe Di Vittorio, il bracciante di Cerignola diventato segretario della neonata CGIL. Dopo tre giorni di scontri violenti – con morti e feriti da ambo le parti, braccianti e agrari – avrebbero dovuto salutare con la popolazione di Andria la normalità ritrovata grazie a una difficile mediazione. Nella piazza c’erano braccianti che a ogni alba si vendevano a giornata al mercato umano nella piazza accanto, piazza Catùma. C’erano anche molti reduci, anche loro braccianti. All’improvviso uno sparo. Era partito dal palazzo dei Porro, che stava proprio di fronte al Comune. Ci abitavano ancora le quattro sorelle Porro: Luisa, Vincenzina, Stefania, Carolina. Tutti pensarono a una provocazione degli agrari, l’ennesima. Dalla folla si staccarono in tanti e andarono all’assalto del grande portone antico. Lo sfondarono, si lanciarono su per lo scalone alla ricerca di chi aveva sparato. Un centinaio di loro aggirò l’edificio alla ricerca dell’ingresso di servizio, da cui stavano scappando terrorizzate le sorelle Porro. Luisa e Carolina vennero trucidate da una «moltitudine che le incolpava della fame secolare, dei bambini senza cibo». Le altre due sorelle vennero malmenate. «Dei tanti eccidi che dal ’43 avevano insanguinato la regione, questo appare il più terribile e il più incomprensibile… perché fu sostenuto da una folla, dai poveri dell’intera Andria». Il libro si chiude col processo che ne seguì contro i centotrenta arrestati, fino alla sentenza definita nel 1953 in piena guerra fredda. Guardati dalla mia fame è un bel libro che tra romanzo e storia racconta, senza cercare di giustificare, fatti poco noti di una Puglia e di un Mezzogiorno immersi nel contesto del dopoguerra, che il libro ricostruisce, e dove «è la fame che si fa violenza e chiede vendetta».

«Guardati dalla mia fame» – Milena Agus e Luciana Castellina, Ed. nottetempo, pagg. 204, €15,00

 

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