di Pierangela Cannone
La forza del sapere delle donne
Grande festa ieri per “Città Felice”. Giunta al ventennale della sua fondazione, l’associazione di donne ha voluto ripercorrere a ritroso il proprio vissuto nel territorio catanese: nella cornice del palazzo Platamone, si sono susseguiti interventi artistici e musicali, visivi e poetici. Iniziative, pubblicazioni, elaborazioni, creazioni artistico-performative si sono insediate nel fare di ogni giorno, nel segno del pensiero e della pratica politica di donne e di uomini che ne hanno riconosciuta l’importanza. Valore aggiunto dell’associazione è la presenza e il lavoro svolto in alcuni quartieri sia per impedire scempi e speculazioni sia per rilevarne la bellezza storica sia per intersecare le relazioni fra gli uomini e le donne che vi abitano.
«Dovremmo celebrare ogni giorno la presenza delle donne nella politica». A parlare è Anna Di Salvo, una delle fondatrici storiche di “Città Felice”. «Abbiamo cominciato a scommettere che il sapere e l’esperienza femminile potessero passare nel governo della città 20anni fa. Oggi abbiamo prova che anche sul piano culturale le donne hanno tanto da offrire allo sviluppo della vita pubblica cittadina. L’abitudine di molti ambienti è di avere carattere rivendicativo. Noi agiamo seguendo una politica femminile proprio per soppiantarela cultura maschilista che considera le donne come esseri inferiori, subordinati e subordinabili. Molti uomini – continua – oggi sono consapevoli dell’importanza della presenza femminile nella politica mettendo così in discussione l’esercizio assoluto del proprio potere decisionale. Le relazioni fra uomini e donne sono caratterizzate da un rapporto asimmetrico. Non si possono incontrare mai due opinioni diverse, ma possono fondersi attraverso il dialogo, generando così il progresso».
Luca Cangemi è un uomo che si è avvicinato al fare politico “rosa”: «Le donne di “Città Felice” hanno avuto il grande merito di far capire all’intera società che esistono anche loro. È bello camminare insieme per crescere».
«Inoltre – aggiunge Mirella Clausi di “Città Felice” – abbiamo a cuore anche i problemi che affliggono la città. A tal riguardo operiamo seguendo una logica propositiva. Vogliamo partorire idee costruttive. Non agiamo sempre come singola associazione, ma collaboriamo spesso con altre organizzazioni territoriali e non proprio per accrescere la nostra rete d’azione».
Di fronte a un tema scottante e attuale come il femminicidio, sia le donne sia gli uomini dell’associazione si porgono in una logica propositiva ed esplicativa: «Ai maschi – afferma Biagio Tinghino, membro di “Città Felice” e degli “uomini della differenza” – viene imposto, sin dalla nascita, un modello patriarcale di forza, rigidità e severità per cui mostrare le proprie emozioni diventa segno di scarsa virilità e debolezza. La repressione dei sentimenti porta ad alterazioni del carattere che possono sfociare anche nella violenza sulle donne. Occorre puntare all’educazione del singolo per educare l’intera comunità al rispetto del gentil sesso».
Poi è stata la volta delle testimonianze di Clara Jourdan, Franca Fortunato, Bianca Bottero, Katia Ricci, Giusi Milazzo e Pina La Villa. Infine è stata inaugurata, nella sede della Cgil, la mostra collettiva-itinerante “Lampedusa porta della vita”, a cura di “Città Vicine” e dell’associazione “Colors Revolutions” di Lampedusa.
(La Sicilia – 6/11/2013)
6 Novembre 2013
La Sicilia