Il documentario può essere al cinema Beltrade di Milano dal 27 al 31 dicembre 2013.
20 Dicembre 2013
www.wired.it

Il documentario che racconta la storia delle Pussy Riot

di Philip Di Salvo

Mentre la Russia concede l’amnistia alle musiciste russe vi presentiamo un estratto video che le racconta in modo del tutto inedito.
http://www.wired.it/attualita/2013/12/18/pussy-riot-vs-putin-documentario/
Alle Pussy Riot è stata concessa l’amnistia voluta da Putin per il ventennale della costituzione russa e le attiviste potranno tornare in libertà prima della fine dell’anno. Maria Alyokhina e Nadezhda Tolokonnikova, le due attiviste ancora in carcere, erano state arrestate nel marzo del 2012 e condannate nell’agosto dello stesso anno per le loro performance contro la politica di Vladimir Putin. In particolare, a causare le condanne, era stata la “Punk Prayer” tenuta dalle Pussy Riot nella cattedrale di Mosca nel febbraio dello scorso anno. Le Pussy Riot erano state condannate, dopo aver trascorso 4 mesi dietro le sbarre in attesa di processo, per “vandalismo” e “odio religioso” e incarcerate in Siberia.Un nuovo documentario racconta la storia delle Pussy Riot, fino all’arresto e alla condanna. “Pussy Versus Putin” è un film girato dal collettivo di attivisti anonimi russi Gogol’s Wives ed è prodotto dalla Journeyman Pictures, già al lavoro con WikiLeaks per il documentario “Mediastan”. La pellicola è stata presentata allo scorso International Documentary Film Festival di Amsterdam dove ha vinto il premio come miglior documentario di media durata. “Pussy Versus Putin” segue, telecamera in spalla, le Pussy Riot durante le loro performance in occasione delle elezioni politiche in Russia del 2012, culminate proprio con la manifestazione alla cattedrale della capitale. Wired ne pubblica oggi un estratto. 

Il documentario include riprese che immortalano le Pussy Riot suonare sopra il tetto di un bus bloccato nel traffico, su un’impalcatura in una stazione della metro e partecipare a manifestazioni politiche. La telecamera non si ferma davanti alla reazione delle forze dell’ordine e molte scene sono girate da dietro le sbarre dove i membri del collettivo vengono rinchiusi dopo un fermo. Nel film appare anche l’apparizione di alcune componenti delle Pussy Riot sul palco del concerto dei Faith No More a Mosca come segno di protesta durante il processo.

 

Lo stile del documentario è volutamente scarno e dallo stile punk: le immagini si susseguono senza commenti né voci narranti, parlando per sé e senza grandi interventi di regia. Il film dura solo 60 minuti, ma offre un punto di vista diretto sulla gravi conseguenze cui si espone chi, in Russia, esprime il dissenso nei confronti del Cremlino.

 

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