5 Luglio 2014

Il femminismo sta cambiando l’Italia?

di Luisa Muraro

 

Criticando certe scelte di Internazionale, ho parlato di femminismo convenzionale che va forte in un mondo di politica finta. Mi hanno chiesto: che cosa chiami femminismo convenzionale?

Rispondo con un esempio preso dall’articolo Di donne, uomini e progetti apparso sul sito di Internazionale, e da noi ripubblicato nel nostro sito. Nell’articolo c’è una strana oscillazione. L’autrice, Annamaria Testa, commentando i risultati di una ricerca di Eurisko, scrive: è sorprendente che, come segnala l’Eurisko, le italiane – che non vivono certo in un ambiente favorevole – siano sopra la media rispetto alle donne europee su tutti gli indicatori che riguardano il perseguimento del benessere sociale e personale.

Io so poco niente di Eurisko e non mi fido tanto di certe statistiche. Ma, in base alla mia esperienza, penso anch’io che ci sia del vero nei risultati di quella ricerca.

Nasce una domanda inevitabile: se le donne italiane sono sopra la media in quelle statistiche che riguardano lo stare bene, che senso ha sostenere che l’ambiente italiano non è favorevole alle donne? Dovremmo piuttosto fermarci a pensare su che cosa sia o non sia un ambiente favorevole alle donne. Che è la domanda più importante, politicamente e conoscitivamente. Il femminismo sta cambiando l’Italia?

Annamaria Testa invece sorvola ed è qua che io riconosco gli effetti del femminismo convenzionale, per cui si fanno graduatorie e si ripetono giudizi intorno al grande luogo comune delle donne, invece di farne un punto interrogativo (ed esclamativo) sulla realtà. Cioè un cambiamento personale di punto di vista, altrimenti ha ragione quel tipo, Uncane si firma, che interviene polemicamente: “Che noia mortale” e protesta contro la “retorica dualista uomo-donna”.

Questo chiamo femminismo convenzionale, quello che occupa un sacco di spazio nelle teste e nei media, e lo toglie al pensare in prima persona. Il femminismo vero è prendere coscienza di sé e posizione verso quello che accade sapendo che non siamo uguali e accettando la differenza: c’è altro da me e mi domanda di cambiare. Troppo difficile? Sembra difficile, sì.

(Luisa Muraro, www.libreriadelledonne.it, 5 luglio 2014)

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