Per Book City 2014 la Libreria delle donne accompagnerà e ospiterà Della Passarelli con i libri di Sinnos editrice: - 15 novembre 2014 ore 10, scuola media Rinascita, via Rosalba Carriera 12: Come ragazze e ragazzi scoprono la gioia di leggere? Chiediamolo a loro -16 novembre 2014 ore 11, Libreria delle donne di Milano, Pietro Calvi 29: La gatta vagabonda (lettura e laboratorio per bambine/i della scuola primaria)
15 Settembre 2014

BOOK CITY 2014 – Il lavoro dell’editrice è un lavoro bellissimo

di Della Passarelli

Fin da ragazzina ho amato la politica. Non intesa come “carriera” – avrei voluto fare l’attrice di teatro – ma come partecipazione, come impegno per migliorare il mondo attorno a me. Nel ’76 il liceo, l’incontro con i grandi temi e l’impegno in D.P.: un’esperienza che ha segnato la mia vita. Anche perché proprio per D.P. nell’84 sono entrata a Rebibbia Penale per seguire un’associazione di detenuti italiani e stranieri che si occupava di far valere i diritti degli stranieri, sconosciuti fino a qualche tempo prima, nelle nostre carceri e in generale in Italia.

 

Ho sempre creduto, da non credente, che non si possa passare su questa terra senza testimoniare comportamenti e realizzare azioni di senso, che contribuiscano al miglioramento delle nostre condizioni. Anche se non straordinariamente visibili, anche se non apparentemente riconosciute.

 

A Rebibbia ho conosciuto Antonio Spinelli, uomo sensibile e intelligente,  entrato in carcere giovanissimo. Impossibile raccontare in queste poche righe cosa accada nelle relazioni tra una persona libera e una reclusa. La sua idea di casa editrice per bambini, portatrice di senso e segni capaci di crescere individui con mente aperta e libera, crebbe dentro di me in maniera potente. Non ero sola. Oltre a noi c’erano altri detenuti e volontari. La storia di Sinnos è una storia corale, che dirigo da molti anni ormai, mettendomi spesso in discussione, orgogliosamente incapace di predominare, di essere “capo” nella maniera più deteriore del termine. Con il riconoscimento da parte degli altri di autorevolezza, che mi consente di assumere le mie responsabilità, ma anche di affidarmi. L’obiettivo, fin da subito, è stato di creare un’impresa che producesse buoni libri per bambini e ragazzi. Sostenendoci, soprattutto all’inizio, anche con il lavoro di service grafico ed editoriale che tutt’ora svolgiamo.

 

Il problema è che occuparsi di bambini e ragazzi in questo paese sembra sia un optional, a volte inutile. E credo sia molto miope chi oggi non sappia vedere le conseguenze di questo atteggiamento. Non sono pessimista perché la passione che mi muove è forte. Perché, quando incontro i bambini e i ragazzi, sento l’effetto che fa la relazione con loro. Come a Lampedusa, dove sono stata alcuni giorni per raccontare storie e libri a bambini che non ne avevano praticamente mai visti. Bambini italiani. Vi assicuro che la relazione che si costruisce con i ragazzi attraverso i libri è straordinaria. E non c’è ipad che tenga.

 

Un piccolo faro per me è stato il lavoro di Jella Lepman, giornalista ebrea tedesca che – tornata in Germania con un incarico dell’esercito americano – decise che i libri avrebbero potuto contribuire alla ricostruzione di un paese e della sua coscienza. Abbiamo raccontato il suo lavoro in «La strada di Jella. Prima fermata Monaco» (Sinnos, 2009).

 

Abbiamo iniziato a lavorare sull’interculturalità, un tema che si affacciava appena agli inizi del nostro percorso: era il 1990. Un maestro elementare appassionato ci annunciò l’arrivo di molti bambini stranieri nelle nostre scuole, che andavano accolti. E i nostri bambini italiani dovevano avere strumenti per conoscere i loro nuovi compagni di banco. Nasce la nostra prima collana, I Mappamondi. Un punto di riferimento per chi si occupava di Intercultura. Facendo (e imparando) il mestiere dell’editrice, vedevo farsi concreto il mio impegno politico. Mi allontanai dalla “militanza” in un momento in cui tante cose stavano cambiando (gli inizi degli anni ’90) e il mio fare politica è stato, da allora, soprattutto questo mestiere. Iniziato dando voce ai migranti, che avevano un nome e un cognome, una storia, una lingua madre.

 

Dai Mappamondi il nostro progetto si è sviluppato ed è in continuo cambiamento, perché intento a capire e seguire il mondo che cambia: una collana giuridica per bambini – Nomos – , albi illustrati, narrativa, alta leggibilità, graphic novel. Nel 2007 abbiamo vinto il premio Andersen per il progetto editoriale e in questo 2014 il premio per il miglior Albo a Fumetti con Cattive Ragazze.

 

Il timone del nostro progetto editoriale è da sempre quello di offrire ai bambini e ai ragazzi libri che aggiungano senso, senza messaggi “didascalici” e moralisti, ma – come diceva Calvino – storie con la vita dentro. Anche quando parliamo di diritto.

 

Antonio è morto per un malore improvviso nel  2005, libero da solo due anni. Aveva sposato Elisa, la nostra vicepresidente, e lasciava due bambini piccolissimi. E noi. Che in quel momento abbiamo creduto di aver perso “il sale” della nostra esistenza.

 

Evidentemente non lo abbiamo perso. La mattina dopo la sua morte ho avviato il progetto Le Biblioteche di Antonio: ogni anno compriamo e doniamo oltre 300 libri di editori diversi a una scuola che dimostri di non aver accesso a libri e lettura, ma che abbia un progetto di biblioteca. Ce ne sono molte in Italia, troppe. Da lì si è aperto un altro fronte in Sinnos, tutto volontario: la promozione di libri e lettura.

Molti ragazzi che hanno lavorato con noi hanno trovato altre strade e oggi in Sinnos siamo prevalentemente donne. L’editoria per ragazzi in Italia è stata costruita e anche oggi è fatta soprattutto da donne. Da Rosellina Archinto e Gabriella Armando, straordinarie pioniere, per arrivare a quelle che ci sono oggi. Mi chiedo spesso se questa coincidenza sia data dal fatto che non c’è potere in questo settore dell’editoria. I libri per ragazzi sono ignorati dai media e anche da quegli adulti intelligenti e responsabili che potrebbero occuparsene. Non sono nelle scuole, perché non ci sono biblioteche scolastiche. Grandi autori per ragazzi sono poco conosciuti e venduti in Italia. Chi di voi conosce il premio Hans Christian Andersen[1]? Chi di voi sa cos’è I.B.B.Y.[2]?

 

Insomma, questo è un lavoro di cura, lento, difficile. Le gratificazioni ci sono se si ha la capacità di coglierle: nel trovare e nel saper accogliere gli autori capaci, nell’emozionarsi leggendo una proposta, nel farla diventare concreta, nel portarla in giro, nell’incontro con chi la scopre e la rinnova per te. Di più: la soddisfazione di aver imparato a dire “no”, a ribellarmi alla faciloneria con cui a volte si scrive qui in Italia, soprattutto per bambini. Ancora: rifiutare le storie inutili, appassionarsi nella discussione su un titolo o su una copertina, condividere anche con le altre editrici passioni, dubbi e fatiche. Una per tutte: far comprendere che i libri vanno comprati, perché se nessuno li compera (non avete idea di quante richieste di libri gratis arrivino, perché scuole e biblioteche non hanno soldi) avremo libri sempre più uguali e moriremo di noia. E di ignoranza.

 

Il lavoro dell’editrice è un bellissimo lavoro. Perché per me ha a che fare con l’impegno a «cambiare in meglio», a «esistere per sé e per gli altri e le altre» perché mi «arricchisco nello scambio» e mi sento «partecipe di un’umanità prossima e lontana» (i bambini!). E questo mio «agire è libero e creativo». Non è facile. Ma è il mio  «guadagno» più grande.

 

Le virgolette dell’ultimo paragrafo sono riprese da Muraro, http://www.libreriadelledonne.it/pubblicazioni/vd-86-vivere-in-un-mondo-che-sembra-alloscuro-della-nostra-liberta/

 

Potete trovare ulteriori riflessioni su libri, lettura e sul progetto editoriale di Sinnos su

http://www.huffingtonpost.it/della-passarelli/

http://www.giuntiscuola.it/sesamo/a-tu-per-tu-con-l-esperto/libri-come-ponti/ .

e naturalmente su  www.sinnos.org

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