23 Gennaio 2015

Il virus femminista

di Luisa Muraro

 

Un ciclo al Circolo della rosa presso la Libreria delle donne

L’abbiamo chiamata la seconda ondata, ma le ondate passano, questa invece no. Il femminismo somiglia piuttosto a un virus che, dopo la fase acuta di contagio, è ancora lì e non si lascia debellare, nonostante gli forzi di ristabilire una sana normalità e nonostante le condizioni completamente cambiate.

Due sono gli ingredienti maggiori e riconoscibili del movimento femminista che comincia quasi mezzo secolo fa, negli anni dei grandi movimenti giovanili, tra il 1966 e il 1977. Uno è la rivolta contro il predominio quasi indiscusso di un sesso sull’altro, l’altra è il non contentarsi dell’emancipazione come risposta. Il “non contentarsi” contiene un di più che, se si potesse dirlo, spiegherebbe la vitalità del virus femminista. È un qualcosa che oltrepassa tutto quello che può essere messo a disposizione delle donne da parte degli uomini, e che traspare già negli scritti degli inizi.

Propongo di cercarlo facendoci strada negli scritti più recenti: saggi, documenti o racconti, opera di singole, di gruppi o collettivi, italiani o stranieri, scelti in una produzione cartacea che è vasta e varia.

Cominciamo con: Quando la differenza fa la politica (Lecce 2014) il 31 gennaio 2015, ore 18, Libreria delle donne, via Pietro Calvi 29, Milano

E poi: Pensiero stupendo (DWF 102), Il trucco di Ida Dominijanni, Esperienze femministe della Collettiva femminista di Sassari, Il gesto femminista (Derive Approdi 2014), Femminismo e neoliberalismo. Libertà femminile versus imprenditoria di sé e precarietà (Natan 2014) di Tristana Dini e Stefania Tarantino e Aneu metròs/senza madre. L’anima perduta dell’Europa. Maria Zambrano e Simone Weil di Stefania Tarantino (La scuola di Pitagora 2014)… come sarà annunciato nel programma del Circolo.

 

(Luisa Muraro, www.libreriadelledonne.it, 23 gennaio 2015)

Print Friendly, PDF & Email