di Luisa Muraro
Un ciclo al Circolo della rosa presso la Libreria delle donne
L’abbiamo chiamata la seconda ondata, ma le ondate passano, questa invece no. Il femminismo somiglia piuttosto a un virus che, dopo la fase acuta di contagio, è ancora lì e non si lascia debellare, nonostante gli forzi di ristabilire una sana normalità e nonostante le condizioni completamente cambiate.
Due sono gli ingredienti maggiori e riconoscibili del movimento femminista che comincia quasi mezzo secolo fa, negli anni dei grandi movimenti giovanili, tra il 1966 e il 1977. Uno è la rivolta contro il predominio quasi indiscusso di un sesso sull’altro, l’altra è il non contentarsi dell’emancipazione come risposta. Il “non contentarsi” contiene un di più che, se si potesse dirlo, spiegherebbe la vitalità del virus femminista. È un qualcosa che oltrepassa tutto quello che può essere messo a disposizione delle donne da parte degli uomini, e che traspare già negli scritti degli inizi.
Propongo di cercarlo facendoci strada negli scritti più recenti: saggi, documenti o racconti, opera di singole, di gruppi o collettivi, italiani o stranieri, scelti in una produzione cartacea che è vasta e varia.
Cominciamo con: Quando la differenza fa la politica (Lecce 2014) il 31 gennaio 2015, ore 18, Libreria delle donne, via Pietro Calvi 29, Milano
E poi: Pensiero stupendo (DWF 102), Il trucco di Ida Dominijanni, Esperienze femministe della Collettiva femminista di Sassari, Il gesto femminista (Derive Approdi 2014), Femminismo e neoliberalismo. Libertà femminile versus imprenditoria di sé e precarietà (Natan 2014) di Tristana Dini e Stefania Tarantino e Aneu metròs/senza madre. L’anima perduta dell’Europa. Maria Zambrano e Simone Weil di Stefania Tarantino (La scuola di Pitagora 2014)… come sarà annunciato nel programma del Circolo.
(Luisa Muraro, www.libreriadelledonne.it, 23 gennaio 2015)