2 Settembre 2016

India, stop alla maternità surrogata a pagamento

di Clara Jourdan

 

Una notizia per me buona. L’India sta cambiando la legislazione sulla maternità surrogata. Il 24 agosto scorso il governo indiano ha presentato al pubblico il “Surrogacy (Regulation) Bill 2016”. Secondo la nuova normativa, che sarà discussa in parlamento in novembre o dicembre, solo le coppie sterili indiane sposate da almeno cinque anni potranno ricorrere alla surrogazione di maternità e solo con una donna parente stretta di uno dei coniugi. È un «tentativo di porre fine a una pratica che ha reso l’India la capitale mondiale dell’utero in affitto», spiega l’agenzia di stampa AsiaNews: «Nel Paese ci sono più di 500 cliniche. La mercificazione del corpo femminile ha creato un mercato fiorente, accentuato anche dai costi “contenuti” rispetto ai Paesi occidentali: tra i 18mila e i 30mila dollari (un terzo del prezzo negli Stati Uniti), di cui circa 8mila spettano alla donna che porta in grembo gli embrioni» (www.asianews.it, 25 agosto 2016). Se la legge verrà approvata, la maternità surrogata sarà consentita solo in forma altruistica: «ethical altruistic surrogacy» dice il comunicato del governo indiano (www.pmindia.gov.in, 24 Aug. 2016). Alle donne che si presteranno, e potranno farlo solo una volta, verranno comunque assicurati il rimborso delle spese mediche e un’assicurazione sanitaria.

È un’iniziativa importante e coraggiosa: un grande paese come l’India vuole rinunciare a un notevole giro d’affari per salvaguardare qualcosa di più prezioso. La Chiesa cattolica sembra divisa tra la dottrina del rispetto degli embrioni e il fatto che questa legge può favorire l’attenzione per i bambini abbandonati. Per me è una buona notizia che si stia cercando di contrastare, e proprio in India terra di antichissima civiltà, una pratica che in molte e molti consideriamo non rispondente alla nostra civiltà.


(www.libreriadelledonne.it, 2 settembre 2016)

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