16 Febbraio 2021
#VD3

La gratitudine, questa sconosciuta alla politica che guarda al potere


di Franca Fortunato


Guardando allo scenario che si è aperto con l’incarico del presidente Mattarella a Mario Draghiper la formazione di un nuovo governo, quello che mi ha maggiormente colpitaè la mancanza di gratitudine – come ha detto anche Ida Dominijanni alla redazione allargata di Via Dogana del 7 febbraio scorso – verso un governo e il suo presidente che, tra mille difficoltà, si sono trovati a fronteggiare una pandemia e un’emergenza sanitaria, economica e sociale senza precedenti.

L’ingratitudine si nutre della pratica storicamente maschile di rimuovere, cancellare, dimenticare quanto detto o fatto da chi è venuto prima, per potersene intestare il primato.

Nel caso del governo Conte, con la velocità della luce, nel dibattito pubblico abbiamo assistito alla rimozione di tutto quello che è accaduto nell’anno che ancora non ci siamo lasciate/i alle spalle, compresi i morti e le sofferenze di tanta gente. L’ingratitudine nella politica maschile che guarda al potereha mostrato il peggio di sé con Matteo Renzi che, complici le due ex ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, ha portato avanti il suo lucido e pianificato gioco con cinismo, arroganza, spregiudicatezza, slealtà, per provocare la caduta del governo e di Giuseppe Conte, che fino alla fine ha goduto della fiducia della maggioranza delle/gli italiane/i (60%) e del riconoscimento quale leader più apprezzato in Europa, secondo solo ad Angela Merkel.Un gioco di potere è ciò che ha portato alla crisi e che – secondo Ida – «non vede affatto Mattarella innocente, arbitro neutro».Di che cosa bisognerebbedire grazie al presidente Conte e al suo governo? Per quanto mi riguarda parto dalricordare e riconoscerela pacatezza con cui l’ormai ex presidente del Consiglio ha saputo rassicurare e tenere insieme il Paese nei momenti più drammatici del lockdown, quando la virologa Ilaria Capua, che mi ha orientata e mi orienta tutt’ora in questa pandemia, mi/ci spiegava che avevamo a che a fare con un virus sconosciuto di cui non si sapeva niente – lo si è conosciuto meglio strada facendo – eche viaggiava con le persone.La fiducia in lei e l’affidarmi alla sua parola mi ha dato la libertà nell’accettare come necessarie le disposizioni del governo e del ministro della Salute,decise in accordo con il Consiglio superiore della Sanità, mentre c’era chi scalpitava, chiedendo tutto e il contrario di tutto, pur di mettere in difficoltà il governo e il suo presidente.Durante quei terribili giorni non si può dimenticare la lunga, estenuante, difficile, trattativa con l’Europa,dall’esito non scontato,che il presidente Conte in prima personaha portato avanti con determinazione e tenacia,contribuendo con Angela Merkel e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a cambiare il volto dell’Europa, nell’ostilità dei Paesi cosiddetti “frugali” (Olanda, Austria, Danimarca, Svezia, Finlandia e Repubbliche baltiche). Quelli che allora scommettevano e tifavano per il fallimento del negoziato, pur di screditare il governo in carica, li ho/abbiamo visti sgomitare per entrare nelgoverno Draghi e partecipare al lauto banchetto.Costoro, pur di non riconoscere il debito di gratitudine verso chi ha negoziato il Recovery fund, si sono affrettati a disconoscere e cancellare il negoziato stesso, attribuendone il merito all’Europa che ci avrebbe spontaneamente e di sua iniziativa «messo a disposizione i soldi». Questa si chiama manipolazione e cancellazione della verità storica, di cui gli uomini sono maestri.

Pur di arrivare al “malloppo”, tolto a chi l’ha negoziato, abbiamo visto accadere di tutto,persinomiracoli come la conversione europeista “sincera” – si fa per dire –sullavia di Montecitorio di Matteo Salviniche magari si monderà anche “sinceramente” del suo razzismo, xenofobia e misoginia. Abbiamo assistito, ho assistito con sgomento, alla corsa a inchinarsi davanti a Mario Draghi,corsa che Ida Dominijanni ha definito “inquietante” perché non di “fiducia” si tratta ma di “un inchino di classe”.

Un inchino di quel potere economico finanziario industriale neoliberistai cui interessi sono ben rappresentati in Parlamentoe in quelle Regioni ostili a ogni provvedimento del governo, padrone della maggior parte di stampa e televisioni, che contro Conte e il suo governo ha scatenato, in piena pandemia e crisi economica sanitaria e sociale, una campagna mediatica – mai vista a mia memoria –furiosa emartellante che, all’apparire di Draghi, miracolosamente si è dileguata.A Conte e al suo governo, per quanto mi riguarda, dico grazie anche per aver preso misure di sostegno al reddito che hanno aiutato tanta gente a sopravvivere.Non dimentichiamo che già prima della pandemia i poveri nel nostro Paese che vivono in condizioni di assoluta povertà erano cinque milioni e quelli in povertà relativa nove milioni,mentre nell’ultimo decennio (2009 -2019) i ricchissimi sono passati da 424.000 a 1.496.000. Con lapandemia il divario tra ricchi e poveri è aumento cosìle disuguaglianze, prima di tuttoquelle tra i sessi visto che dei101mila lavoratori che hanno perso il lavoro 99mila sono donne (dati Istat dicembre 2020),nonostante che «in Europa siamo il Paese che più a lungo ha protetto i lavoratori dai licenziamenti», come ha riconosciuto Maurizio Landini, Segretario della Cgil.Insomma, io credo che, se si è in buona fede, non si possanon riconoscere che Conte e il suo governo hanno fattodel loro meglio nella situazione data, prima di tutto quella sanitariacon una medicina territoriale inesistente e una sanità regionalizzata, distrutta da anni di tagli e privatizzazioni. La stessa campagna vaccinale, che col governo Conte ha suscitato tante polemiche, sta andando avanti e negli ultimi giorni la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha riconosciuto che l’Italia sta facendo meglio degli altri Paesi europei.Tutto questo non vuol dire che Conte e il suo governo non abbianocommesso errori ma sicuramente non ne hanno fatti più di quelli degli altri governi occidentali, di fronte all’imprevisto,un virus sconosciuto e una pandemiadalle conseguenze economiche socialie sanitarie devastanti.


(Via Dogana 3, www.libreriadelledonne.it, 16 febbraio 2021)

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