Il titolo originale del Corriere era sbagliato e l'abbiamo corretto. Diceva "il ministro". Chiediamo di nuovo al Corriere di adeguarsi all'Accademia della Crusca e di usare il femminile. (La redazione del sito)
13 Giugno 2013
Corriere della sera

La ministra Kyenge e Pisapia: «Integrazione, Milano capitale»

di Alessandra Coppola

«La società civile è più avanti delle leggi vigenti», Cécile Kyenge e Giuliano Pisapia si son trovati d’accordo: dal territorio, dal basso, dalle amministrazioni locali, arriva a Roma una «spinta a cambiare». La ministra dell’Integrazione e il sindaco: ieri pomeriggio è stata la prima volta che si sono incontrati. Una conversazione veloce a Palazzo Marino, con «la promessa di risentirci per progetti comuni – spiega al Corriere Kyenge -: Milano è un osservatorio importante», perché «città di seconde e ormai terze generazioni»; perché qui, più che altrove, «sta crescendo un ceto medio di origine straniera, con un peso economico e culturale».
Il «tour» nazionale della ministra farà di nuovo tappa in Lombardia, allora. «Dal mio insediamento sto girando in tutta Italia – racconta la mattina, in apertura del convegno a Villa Clerici nella Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile – per testimoniare la vicinanza delle istituzioni, portare le buone pratiche, stare in mezzo alle persone…».
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Nota a margine di una giornata intensa, dedicata all’infanzia e alle seconde generazioni. Al convegno, i bambini sfruttati: «C’è un dato paradossale inquietante in Italia – sottolinea Kyenge -: in un periodo in cui la disoccupazione degli adulti aumenta, il lavoro minorile non decresce. Il triste segnale che in certi ambiti non è concorrenziale la competenza dei lavoratori, ma la fragilità sociale, la loro ricattabilità». La ministra cita Don Milani e parla di «regressione»: la disparità aumenta. Bisogna garantire ai bambini l’infanzia, continua, «è la missione degli adulti, la mia missione è la nuova cittadinanza, in cui ognuno di noi possa sentirsi protetto e i diritti siano equamente distribuiti». La riforma è in discussione in Parlamento, non si insiste più sullo «ius soli», si parla di «modello condiviso da più persone e da tutte le forze politiche: ascolterò anche chi la pensa diversamente da me». «Tempi lunghi» prevede la ministra, intanto «stiamo lavorando sulla semplificazione burocratica, sulla rimozione degli ostacoli, c’è chi aspetta anche 15 anni per ottenere la cittadinanza», ed è materia che si può affrontare più velocemente, con le circolari.
Le stesse parole ritornano poche ore dopo al G.Lab, lo sportello gestito dalla Rete G2-Seconde generazioni, in centro, in via Dogana. Ci sono di nuovo l’assessore Majorino, con il «collega» alla Cultura Filippo Del Corno, e un gruppo di ragazzi seduti in cerchio che aggiornano Kyenge sulle «buone pratiche» milanesi: le informazioni ai diciottenni nati in Italia da genitori stranieri, il progetto dell’ immigration center , il museo delle culture nell’ex Ansaldo. Majorino, in particolare, sollecita la rappresentante del governo sulla «fase di crisi di risorse locali: verremo a battere cassa».

(dal Corriere della Sera, 13 giugno 2013)

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