29 Maggio 2013
il Fatto Quotidiano

L’avvocata: “Non posso più difendere questa ragazza”

di Beatrice Borromeo

“Antonio non sarebbe mai arrivato a incendiarmi viva, io non sono come Fabiana”. Rosaria Aprea, la miss casertana che due settimane fa era in fin di vita per le botte del compagno, l’imprenditore Antonio Caliendo, giura alla sua avvocata che tra lei e la sedicenne di Corigliano – strangolata, accoltellata e data alle fiamme – la differenza c’è eccome.


«È convinta che lui si sarebbe fermato prima. Mi parlava mentre alla tv scorrevano le immagini di quella ragazzina uccisa in Calabria, e si annunciava il suo funerale: sono certa che anche Fabiana, proprio come Rosaria, avrebbe detto che dopotutto non era in pericolo», racconta Carmen Posillipo, che fino a ieri ha difeso Rosaria. E che ora, dopo la scelta di lei di tornare assieme al suo aggressore e di fare pure una colletta per pagargli la cauzione (è ancora in carcere con l’accusa di lesioni gravissime), ha rinunciato a rappresentarla.


Avvocata Posillipo, ha detto che rinuncia perché non vuole assistere all’anteprima di un omicidio.


«Rosaria è appena stata dimessa dall’ospedale: ha una cicatrice che va dal seno alla pancia, le hanno asportato la milza, non ha più l’ombelico. Se è sopravvissuta è solo perché è sana e molto giovane. Non era la prima volta che il fidanzato la picchiava, e l’ho avvertita che quando Caliendo tornerà, sarà ancora più aggressivo. Ma lei dice che riuscirà a gestirlo, che le ha già chiesto scusa… Io supporto un’associazione contro la violenza sulle donne: non posso più difendere questa ragazza. Da come parla non sembra convinta di questa scelta. Ho passato molto tempo con Rosaria in questi giorni. Ha appena vent’anni, mi sono affezionata sia a lei sia a sua madre. Continuano a telefonarmi pregandomi di ripensarci ma la mia decisione, purtroppo, proprio perché meditata è irrevocabile.»


Quando le ha detto che non l’avrebbe più rappresentata?


«Quando lei, che continua a giustificare il compagno, mi ha comunicato che non lo avrebbe querelato. “È già in carcere, abbiamo un figlio, lo amo”, ripete. Ma non ci sono scuse. Dunque rinuncia anche al risarcimento danni? Sì, ed è una follia, perché sarebbe una cifra importante che le consentirebbe di prendersi cura del figlio. Il fattore economico ha pesato molto, in tutta questa storia. Perché? La famiglia di Rosaria ha grandi difficoltà. La madre, che si è risposata, ha altri figli piccoli. Vivono in 7 con un unico stipendio. Con Caliendo, Rosaria ha scoperto la vita: lui le ha regalato un’auto, l’ha fatta uscire e divertire. Non vuole tornare alla condizione di prima. A costo di rischiare la vita? Infatti c’è anche un aspetto più profondo: il padre di Rosaria, Mauro, è morto quando lei aveva 9 anni. Ha dato lo stesso nome a suo figlio: è una perdita che l’ha segnata moltissimo. E la mia impressione è che anche la madre abbia sofferto molto, non so se di violenze solo psicologiche o anche fisiche. Ogni volta che provo a parlarle, glissa. Proprio come la figlia.»


Quindi esclude, com’è stato scritto, che Rosaria abbia paura dalla famiglia del compagno?


«Anzi, non si sono proprio fatti vivi. La sorella di lui è andata a trovarla in ospedale e le ha detto di contare sul loro appoggio. Ma Rosaria ha provato a contattarli varie volte e nessuno le ha risposto. Sono convinta che si tratti semplicemente di dipendenza mentale. E dell’incapacità di realizzare che quello che è capitato a Fabiana e alle altre può benissimo succedere anche a lei.»

(da Il Fatto Quotidiano, 29 maggio 2013)

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