11 Settembre 2020
il venerdì di Repubblica

La sfida di Anne: diventare arcivescova

di Filippo Di Giacomo


In Italia la notizia viene ignorata, ma nelle Chiese del Nord Europa è l’argomento che, da tre settimane, tiene banco. Dopo la dimissione-rimozione del cardinale di Lione Philippe Barbarin, al grido «le donne sono il futuro della Chiesa Cattolica» l’accademica (anche biblista, teologa e scrittrice) Anne Soupa ha inoltrato al papa la richiesta di essere scelta come arcivescova di Lione. Un’idea fantasiosa di una personalità effervescente nonostante i 73 anni. L’istanza (preparata dal collettivo ToutesApôtres!) trasmessa a Francesco per presentare la sua candidatura alla successione di Barbarin, accompagnata da un regolare “fascicolo” istruito come, forse meglio, di quelli preparati dalla burocrazia clericale per il “discernimento” dei candidati all’episcopato, è stata completata con una petizione firmata da 17 mila cattoliche e cattolici d’Oltralpe.

Ma vista l’ampiezza, non solo continentale, del dibattito, i sostenitori sono aumentati in fretta in modo esponenziale. Tanto che in Germania, dove l’argomento viene considerato molto seriamente, il vescovo di Amburgo, Stefan Hesse, si è espresso in modo chiaro affermando che «bisogna avere il permesso di pensare e discutere la questione». Che poi in sostanza, sembra essere il vero obiettivo perseguito da Anne Soupa, che non si fa certo illusioni: «Tutto mi autorizza a dire che sono in grado di correre, tutto mi vieta di farlo. Escludere metà dell’umanità non solo è contrario al messaggio di Gesù Cristo, ma è anche dannoso per la Chiesa». E mentre a Roma il dicastero della S-comunicazione (in Vaticano la chiamano così) si nasconde dietro il suo mantra preferito (sopire, sopire, sopire), a Parigi il nunzio apostolico Celestino Migliore si è offerto di incontrare Anne Soupa e le sue compagne al più presto. Anche se solo per paura, è comunque un passo avanti.


(il venerdì di Repubblica, 11 settembre 2020)

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