19 Luglio 2016
www.illibraio.it

La storia e il futuro della Libreria delle donne di Milano

di Noemi Milani


«La nostra libreria è nata per valorizzare il lavoro e le opere delle scrittrici, perché si sa che le donne scrivono e leggono molto, ma spesso non ricevono lo spazio che si meritano». Abbiamo visitato la storica Libreria delle donne di Milano per capire se ancora oggi si può parlare di librerie femministe – La storia e l’intervista de ilLibraio.it

Ha ancora senso parlare di “libreria delle donne” nel 2016? Se lo chiedono negli Usa, dove di librerie nate dal movimento femminista, ideate per essere fulcro di discussione e confronto, ne erano sorte migliaia, e tra queste un grande numero è stato costretto a chiudere negli ultimi anni. Ormai si parla di femminismo sui social, se ne scrive su magazine online e si dibatte a suon di tweet.

In Italia, invece, cosa sta succedendo? Le librerie gay, nate con un intento simile a quelle femministe – creare uno spazio di confronto e discussione a chi faticava a trovarlo – stanno chiudendo. Anche se ci sono delle eccezioni, come Antigone, nuova libreria dedicata al mondo LGBTQI aperta di recente a Milano.

 

Sempre a Milano esiste una realtà che da oltre quarant’anni si dedica alle donne. Fondata nel 1975 in via Dogana dalla cooperativa femminile “Sibilla Aleramo” la Libreria delle donne recentemente si è spostata in via Pietro Calvi 29, a pochi passi da Piazzale Dateo.

Siamo stati nella libreria per parlare con le volontarie che da anni gestiscono l’attività e per capire se nel 2016 ha ancora senso parlare di librerie femminili e femministe.

«Rispetto ai libri e alle scrittrici in quarant’anni è cambiato molto», ci spiega Luisa, che è socia della libreria fin dai primi anni di attività. «La nostra libreria è nata per valorizzare il lavoro e le opere delle scrittrici perché si sa che le donne scrivono e leggono molto, ma spesso non ricevono lo spazio che si meritano. Noi eravamo mosse soprattutto dalla politica, dal movimento delle donne che era nato proprio in quegli anni».

 

Nel corso della storia della libreria ci sono state oltre sessanta socie che si sono impegnate a tenere aperto il negozio e a organizzare eventi e incontri, al momento sono venti le volontarie, non più giovanissime, che si occupano dell’attività.

«Nonostante siamo tante a collaborare, c’è un sentire comune che unisce le scelte che si prendono, anche per quanto riguarda il catalogo. Al momento abbiamo circa 4.000 titoli, sia di autori italiani che stranieri, quasi tutte opere scritte da donne però».

 

Quando chiediamo a Luisa se nel 2016 ha ancora senso un progetto come il loro, lei risponde che «oggi c’è meno separatismo, la coscienza degli uomini è cambiata, almeno in parte. Quando è nato questo progetto la donna aveva davvero pochi diritti, era un periodo di grandi scontri, ma col tempo le cose sono cambiate. Oggi la posizione della donna è mutata. Ma il nostro resta un punto di incontro e di discussione, in cui vengono promossi i lavori di scrittrici italiane durante eventi con le stesse autrici».

Luisa Muraro – filosofa, tra le fondatrici della libreria, della rivista Dogana oltre che della comunità filosofica Diotima – ha però affermato in un’intervista a Repubblica: «Noi femministe abbiamo fatto un’esperienza di felicità, tenendola troppo stretta nelle nostre mani. Non l’abbiamo passata alle nuove generazioni di donne».

 

«Le nostri clienti sono habituée, qualche volta vengono anche delle ragazze che cercano testi specifici, magari per delle ricerche», ci spiegano in negozio. Forse il motivo principale è che le giovani femministe oggi vanno online, si interessano a temi più ampli, che includono tutte quelle tematiche che con un po’ di disprezzo vengono categorizzate come “gender”, lì in libreria.

Quando però si parla di parità, ecco tornare lo spirito battagliero che ha mosso gli scontri politici di quarant’anni fa: «Noi non crediamo, nella parità, teniamo in gran conto la differenza delle donne».

Dialettica e gap generazionale a parte, chiediamo dei consigli sui libri che ogni donna, giovane o meno, dovrebbe leggere. Ed ecco Carla Lonzi, critica d’arte, femminista e promotrice della differenza sessuale, e le sue opere a partire da Sputiamo su Hegel, manifesto del movimento Rivolta Femminile. E Il contratto sessuale di Carol Pateman. I volumi pubblicati da Diotima sulla filosofia.

 

Per quanto riguarda la narrativa, invece, Elizabeth Strout, Alice Munro, Annie Ernaux e Lucia Berlin sono alcune delle autrici più apprezzate in libreria. Tra le scrittrici italiane ci tengono a consigliare Cade la terra di Carmen Pellegrino e La costellazione famigliare di Rosa Matteucci.

 

(www.illibraio.it, 19 luglio 2016)

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