30 Giugno 2013
Il Manifesto

La sua politica tra scienza e battaglie civili

di Luca Fazio


Ha scrutato il cielo in profondità come pochi altri, ma non ha trovato tracce di alcun dio. Anzi. Ha scoperto il segreto per non avere paura della morte, come gli epicurei e i pensatori alla Montaigne: «Fino a quando sarò viva non c’è la morte e quando ci sarà la morte non ci sarò io». Niente hanno potuto suo padre, protestante, e sua madre, cattolica: «Non ho mai capito il turbamento religioso dei miei genitori, la loro preoccupazione per l’aldilà». Forse è proprio grazie al suo ostinato ateismo, unito all’impegno per i diritti civili e alla passione politica che più volte l’hanno spinta a buttarsi in politica per spirito di servizio, che Margherita Hack è diventata l’icona di una sinistra che non è mai esistita, così perfetta che sembra quasi il frutto di un esperimento scientifico impossibile da replicare.

Con la leggerezza dei veri sapienti, con ironia e senza dogmi per la testa – nemmeno la scienza per lei era certezza – è stata antifascista, laica, eretica, comunista e libertaria. Accanita sostenitrice dei diritti delle donne e di tutti gli esseri umani che vogliono amarsi come meglio credono. Un miracolo della ragione di fronte al quale tutti oggi sono costretti a genuflettersi con profondo rispetto. Citiamo solo l’Anpi, come esempio di tutta la politica e la cultura di sinistra, «profondamente addolorata per la scomparsa di Margherita Hack, una grande donna che ha fatto dell’antifascismo e dell’amore per la democrazia una fortissima e battagliera ragione di vita».
Il suo impegno politico, senza mai trascurare il ruolo di bastiancontrario dell’Altissimo, più volte ha trovato sbocchi nella politica politicante con diverse candidature alle elezioni; ma solo come testimonial di un’idea, per regalare voti e lasciare il posto il giorno dopo essere stata eletta. Non si contano le sue cariche, i suoi tentativi di dare una scossa alla sinistra, le sue battaglie; ma a niente sono valse le migliaia di firme raccolte per la sua nomina a senatrice a vita.
Fiera garante scientifica del Cicap (Comitato di controllo per il controllo delle affermazioni del paranormale) e presidente onoraria dell’Uaar (Unione atei agnostici razionalisti), dal 2005 Margherita Hack si è iscritta all’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica. Nello stesso anno si era candidata alle elezioni regionali in Lombardia, scegliendo il Partito dei comunisti italiani (5.634 voti a Milano, poi «regalati» all’attore Bebo Storti). Stesso partito per le elezioni politiche dell’anno successivo (eletta alla Camera, ha rinunciato al seggio). Alle europee del 2009 ha prestato il suo volto alla Lista Anticapitalista (senza superare la soglia del 4%). Memorabile, sempre nel 2009, una sua lettera aperta pubblicata su MicroMega e indirizzata al presidente del Consiglio Berlusconi – sembra scritta oggi. Poi, nel 2010, ancora politica attiva nelle file della Federazione della Sinistra con più di 7.000 preferenze (e ancora dimissioni per lasciare libero il seggio). Molto gradita a sinistra anche come opinion maker, come quando nel 2012 ha «scelto» Vendola alle primarie del centrosinistra (anche se subito dopo ha «votato» Renzi contro Bersani). Per restare alla politica, l’ultima sua presa di posizione è stata in favore di Emma Bonino presidente della Repubblica.
E c’è dell’altro. Margherita Hack è stata nominata «personaggio gay dell’anno» nel 2010, più volte si è detta a favore dell’eutanasia e da sempre si è dichiarata animalista e vegetariana. Forse, per non restare prigioniera di un’immagine in odore di santità, la scienziata ha voluto dare solo un piccolo dispiacere ai suoi fan ecologisti di sinistra. Era favorevole all’energia nucleare: «Io sono un’ambientalista e so che l’energia nucleare inquinerebbe molto meno dell’energia a petrolio, a metano e a carbone». Una grandissima lezione anche questa: nessuno è perfetto.
Il Manifesto
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