24 Maggio 2020
#VD3

L’alternativa della madre di fronte alla pandemia – La alternativa de la madre ante la pandemia


di María-Milagros Rivera Garretas


Noi madri e figlie, nelle belle viscere femminili riconosciamo e smascheriamo subito una falsa alternativa, di quelle che ti tentano pretendendo che tu scelga tra due cose perfettamente compatibili. Io la scoprii con questo nome – falsa alternativa – ascoltando, da giovane femminista, una conferenza di Victoria Sau a Barcellona. Da lì ho imparato una volta per tutte a smascherare con il mio sentire tutte quelle che si trovano nel razionalismo greco ed europeo che si insegnava all’università e nelle proposte dei partiti politici, che Simone Weil, sempre acuta, propose di sciogliere nel suo Manifesto del 1942/43, in cui scrive: «nel continente europeo il peccato originale dei partiti è il totalitarismo» […] «I partiti sono organismi pubblicamente, ufficialmente costituiti in modo da uccidere nelle anime il senso della verità e della giustizia» (Écrits de Londres et dernières lettres, trad. it. di Giancarlo Gaeta, Sulla soppressione dei partiti politici).

L’esempio più famoso di falsa alternativa sta nella sentenza migliore che fu emessa dal biblico re Salomone, chiamato dai suoi uomini il re saggio. Si dice che al suo giudizio si presentarono due donne, una di loro con una creatura in braccio, dicendo tutte e due di esserne la madre. Il re sentenziò che la creatura fosse tagliata a metà. Di fronte a cotanta brutalità, il sentire materno si rivelò e la madre cedette la sua creatura. Seppe dare la vita per mantenere la vita. Lo sostengo nonostante la tradizione scolastica e critica, quella della violenza ermeneutica, interpreti questo episodio come esempio della grande astuzia del re per scoprire e dimostrare qual era la vera madre. Lo sostengo perché so che nessuna donna, madre o no, potrebbe evitare di inorridire apertamente davanti alla brutalità di una simile sentenza.

Oggi ci sono potenti e potentissimi decisori politici della pandemia del cosiddetto coronavirus, covid-19 o contaminazione elettromagnetica di massa, che pretendono di mettere noi, popolazione, di fronte a una falsa alternativa simile a quella del giudizio di Salomone e altrettanto brutale: o la salute o la produzione. Noi madri, noi figlie sappiamo che si tratta di una falsa alternativa perché la salute e la produzione sono due cose perfettamente compatibili tra loro, oltre a essersi reciprocamente indispensabili. E sappiamo che sono compatibili specialmente oggi, perché la pretesa del “rischio zero” è, a partire dal fatto stesso della nascita, una fantasia maschile, in realtà rischiosissima.

Sapremo trovare le parole giuste e convincenti per dire a noi stesse e alla popolazione come saper dare la vita per mantenere la vita? Oseremo usare pubblicamente queste parole senza timidezza? Saprò, sapremo dare la vita per mantenerla? Questa è oggi, a mio avviso, l’alternativa della madre, madre che è sempre altra e, per questo, sa convivere con ciò che è altro da sé, anche con ciò che è perfettamente ignoto, l’altro che sprofonda l’essere umano nello spavento, come disse María Zambrano in un contesto molto diverso dall’attuale ma anch’esso molto doloroso e difficile.

Di questi tempi, ogni volta che esco per strada, protetta come devo e voglio, ho paura, vacillo e oscillo finché non mi ricordo: da’ la vita per mantenere la vita. Allora, riconosco il mio rischio, esco e mi godo l’uscita.

(www.libreriadelledonne.it, VD3, 24 maggio 2020. Traduzione dallo spagnolo di Silvia Baratella)


Versione originale


La alternativa de la madre ante la pandemia

María-Milagros Rivera Garretas


Las madres y las hijas reconocemos y desenmascaramos enseguida, desde las hermosas entrañas femeninas, una falsa alternativa, esa que te tienta pretendiendo que elijas entre dos cosas perfectamente compatibles. Yo las descubrí con ese nombre –falsa alternativa– escuchando, de joven feminista, una conferencia de Victoria Sau en Barcelona. Ahí aprendí para siempre a desenmascararlas con mi sentir en el racionalismo griego y europeo que se enseñaba en la universidad y en las propuestas de los partidos políticos, que Simone Weil, siempre acertada, propuso disolver en su Manifiesto de 1942-1943, donde escribe: “en e continente europeo el totalitarismo es el pecado original de los partidos” […] “Los partidos son organismos pública y oficialmente constituidos de manera tal que matan en las almas el sentido de la verdad y de la justicia.” (Escritos de Londres y últimas cartas, 101, 107). El ejemplo más famoso de falsa alternativa es el del mejor juicio emitido por el rey bíblico Salomón, al que sus hombres apodaron rey sabio. Se dice que ante este juez se presentaron dos mujeres, una de ellas con una criatura en brazos, diciendo las dos que eran la madre de la criatura. El rey sentenció que la criatura fuera partida por la mitad. Ante tal brutalidad, el sentir de la madre se mostró y cedió su criatura. Ella supo dar la vida para mantener la vida.

Lo sostengo a pesar de que la tradición escolástica y crítica, la de la violencia hermenéutica, lo interprete como ejemplo de la gran astucia del rey para dilucidar él cuál era la verdadera madre.

Lo sostengo porque sé que ninguna mujer, madre o no, dejaría de horrorizarse abiertamente ante la brutalidad de una sentencia así. Hoy hay poderosos y poderosísimos gestores políticos de la pandemia del llamado coronavirus, covid19 o contaminación electromagnética masiva, que pretenden ponernos a la población ante una falsa alternativa similar a la del juicio de Salomón y de similar brutalidad: o la salud o la producción. Las madres, las hijas, sabemos que se trata de una falsa alternativa porque la salud y la producción son dos cosas perfectamente compatibles entre sí, además de ser mutuamente indispensables. Y sabemos que son compatibles especialmente hoy, porque la pretensión de riesgo cero es, desde el hecho mismo del nacimiento, una fantasía masculina, en realidad arriesgadísima.

¿Sabremos encontrar las palabras justas y convincentes para decirnos y decirle a la población cómo saber dar la vida para mantener la vida? ¿Nos atreveremos a usar públicamente esas palabras sin timidez? ¿Sabré, sabremos, dar la vida para mantenerla? Esta es hoy, en mi opinión, la alternativa de la madre, madre que es siempre otra y, por ello, sabe convivir con lo otro, también con lo perfectamente desconocido, eso otro que sume al ser humano en e espanto, como dijo María Zambrano en un contexto muy distinto del actual pero también muy doloroso y difícil.

En estos tiempos, cada vez que salgo a la calle, protegida como debo y quiero, tengo miedo, vacilo y oscilo hasta que me recuerdo: da la vida para mantener la vida. Entonces, reconozco mi riesgo, salgo y disfruto.

(Duoda, 17/5/2020, http://www.ub.edu/duoda/web/es/textos/1/267/)

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