14 Maggio 2015

Lampedusa, la Porta della vita si chiude?

di Anna Di Salvo

 

Un disastro si sta compiendo a Lampedusa, che rischia di non essere più avvistata dalle donne e dagli uomini migranti che arrivano dal mare come “La porta della vita”. Che Lampedusa si avviasse ogni giorno di più a essere trasformata in avamposto militare, all’insaputa e ai danni dei e delle abitanti e dell’isola, era emerso chiaramente lo scorso settembre, quando io e altre delle Città Vicine abbiamo partecipato all’edizione del LampedusaInFestival 2014 (vedi il contributo a questo sito di Giusi Milazzo Lampedusa da Porta d’Europa ad avamposto militare?, 14 novembre 2014,

http://www.libreriadelledonne.it/lampedusa-da-porta-deuropa-ad-avamposto-militare/). Proprio durante il festival, Alfonso Distefano della Rete Antirazzista di Catania ci aveva trasmesso un primo documento sugli imminenti pericoli redatto da Antonio Mazzeo, scrittore e giornalista freelance di Messina, studioso dei processi del riarmo e della militarizzazione nel Mediterraneo.

Da allora, l’espansione militare sull’isola è continuata. Nei giorni intorno al primo maggio scorso, organizzate dall’associazione Askavusa, si sono svolte una serie d’iniziative al riguardo, alle quali era presente Antonio Mazzeo che ha fornito i suoi importanti studi e informazioni, ma soprattutto ha girato Lampedusa palmo a palmo, ha parlato con chi vi abita e ha visto con i suoi occhi cosa sta succedendo davvero nella più bella isola del Mediterraneo. «Ero così straziato che in tutti quei giorni non mi sono sentito neanche di fare un tuffo nel mare…» ha detto al suo ritorno, assicurando che avrebbe scritto prestissimo e in maniera dettagliata.

Ecco il suo testo, di cui riproduciamo l’inizio rimandando il resto al suo blog.

 

 

Lampedusa, un avamposto di guerra nel Mediterraneo

di Antonio Mazzeo

 

La punta più avanzata nel Mediterraneo del dispositivo bellico italiano e Nato, centro d’intelligence e spionaggio e potenziale trampolino di lancio per i raid aerei in Nord Africa. Mentre mass media e politici offrono di Lampedusa l’immagine di un remoto territorio sotto assedio e le aziende e le cooperative sociali si spartiscono il business dei centri detentivi di migranti e richiedenti asilo, l’isola delle Pelagie è stata segretamente convertita in uno degli avamposti militari e strategici più moderni e aggressivi. Lo scalo aereo civile, recentemente ampliato e ammodernato, è utilizzato dai velivoli cargo, dai cacciabombardieri e dagli elicotteri delle forze armate italiane e dagli aerei-spia di Frontex, la famigerata agenzia europea di sorveglianza e “contenimento” dei flussi migratori. Le aree portuali e le coste sono presidiate da navi da guerra della Marina e dalle imbarcazioni veloci della Guardiacoste, della Guardia di finanza e dei Carabinieri. Jeep e furgoni blindati scorazzano per le vie del centro e i sentieri tracciati all’interno delle aree naturali e paesaggistiche d’incomparabile bellezza; gli innumerevoli cartelli gialli con la scritta Zona militare Divieto di Accesso Sorveglianza armata sui portoni di antichi edifici trasformati in caserme; i fili spinati e le reti che delimitano presidi e impianti vetusti o super sofisticati per le guerre elettroniche; selve – ovunque – di tralicci, antenne di telecomunicazione e radar che bombardano l’etere di pericolosissime onde elettromagnetiche.

continua http://antoniomazzeoblog.blogspot.it/2015/05/lampedusa-un-avamposto-di-guerra-nel.html

 

(www.libreriadelledonne.it, 14 maggio 2015)

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