1 Giugno 2013

L’avvocata: “Non posso più difendere questa ragazza” – un commento di Manuela Ulivi


Su Il Fatto Quotidiano del 29 maggio 2013 è stato pubblicato l’articolo L’avvocata: “Non posso più difendere questa ragazza” di Beatrice Borromeo.

Pubblichiamo qui un commento di Manuela Ulivi della Casa delle donne maltrattate di Milano CADMI

“Ho una certa pratica di colloqui con donne che nascondono o non vogliono vedere la violenza subita. Ascolto e accolgo il loro racconto e mi figuro le immagini di quanto riportano a me. Il terrore e la paura che evocano mi fanno reagire e dico loro una parola o una frase che mi sarebbe, forse, venuta spontanea se avessi vissuto qualcuno dei momenti di quel racconto. A volte le donne non ci fanno caso, altre si fermano e si capisce che rimangono sorprese e che qualcosa di diverso è scattato nel loro pensiero. Questo è quanto mi rende più felice, per loro e per me. Forse non avrei rinunciato al mandato di Rosaria, anche se non conosco la vicenda che ha portato la mia collega a questa scelta, perciò il mio non è un giudizio sulla posizione da lei assunta. Esprimo qui solo il mio pensiero, legato alla mia pratica professionale: se avessi pensato di poter essere ancora un punto di riferimento avrei mantenuto la sua difesa, lasciando a Rosaria uno spazio per ripensare e rielaborare la sua posizione. Sono le pratiche che nel mio studio hanno sulla copertina la dicitura “stand by”. Mi avrebbe senz’altro fatto rabbia sapere che lei vuole tentare ancora di cambiare qualcosa di un rapporto che già l’ha condotta vicino alla morte. Non avrei prestato senz’altro il fianco ad un lavoro di ridimensionamento della gravità di quanto subito da questa donna, ma avrei lasciato a lei la scelta di stabilire il suo punto di insopportabilità della sofferenza. Mantenere aperta la possibilità di un contatto può fare una grande differenza per la donna proprio quando ritratta o torna dall’uomo violento, perché viene additata come una pazza e lasciata sola. Intanto lui le fa ancora di più terra bruciata intorno, mentre tutti stanno zitti o guardano giudicanti più la donna che l’uomo. Proprio per questa ragione sapere che un’altra donna è sempre disposta a mettersi in relazione con te, ad ascoltare il racconto della tua vita anche quando più nessuno ti vuole credere, può essere un’ancora di salvezza. Spesso ci ritroviamo a dire agli altri cosa dovrebbero fare, soprattutto se sono donne. Stare a fianco della donna maltrattata, o essere anche solo un suo potenziale punto di riferimento, sapere per lei che c’è un’altra donna che è sempre disposta ad ascoltarla, è il senso anche del lavoro di un’avvocata che ha visto tutta l’ambiguità e la complessità del rapporto con un uomo violento. Mai arrendersi lo diciamo alle donne, ma allora anche come loro legali possiamo darci lo stesso obiettivo.”

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