22 Gennaio 2015

Le donne c’entrano, ma come?

di Luisa Muraro

 

Attenzione a non farci intrappolare dentro ai sogni e agli incubi di altri. I fatti del 7 gennaio sono stati collocati e celebrati dentro la cornice della libertà di espressione propria della civiltà occidentale, da difendere contro i nemici. Nella grande manifestazione di Parigi, l’11 gennaio, non c’erano le bandiere della pace.

Chiediamoci se si tratta veramente della libertà di espressione. Ci sono altre cose da vedere. Qualcuno, per esempio, ha visto nella mattanza del 7 gennaio la versione secolo ventunesimo del ricambio generazionale: padri colti, miscredenti, bene inseriti nel loro mondo, massacrati da giovani ignoranti, periferici e fanatici.

In ogni caso, dall’una e dall’altra parte, si è trattato di uomini che si sono affrontati, gli uni armati di cultura, consapevolezza e privilegi, gli altri di rabbia e mitra: un episodio di una storia che non vuole finire (ma che non è tutta la storia).

Anche il romanzo di Houellebecq, nel suo piccolo, rientra in queste sfide del tra-uomini per chi osa di più. La sua era ovviamente una sfida innocua, fatta di carta, se non si fossero fatti avanti quei due personaggi in carne e ossa, tipi che non avrebbero mai letto un romanzo ma disposti a giocarsi la vita. (Il solito imprevisto, previsto però da Hegel, proprio lui, il filosofo che troviamo nel titolo di un librino famoso tra le femministe.)

Si dice che la figura femminile sia al centro dello scontro tra Occidente e islam. Ecco un’altra cornice che occulta la realtà e fa lavorare la fantasia. Non c’è uno scontro tra islam e Occidente. Ci sono di mezzo interessi senza religione e senza faccia. Se scontro c’è tra persone in carne e ossa, sono uomini. Chiamiamo le cose con il loro nome e guardiamo ai fatti: il massacro di Parigi ha un contesto in cui c’è posto solo per loro e per la loro ricerca di protagonismo. Non mettiamoci di mezzo per sentirci protagoniste anche noi. Approfittiamo della differenza, avrebbe detto Carla Lonzi, e facciamo una schivata a lato per ragionare sulle cose che stanno accadendo senza cedere al risucchio del consenso, diventato di colpo molto forte.

 

(Luisa Muraro, www.libreriadelledonne.it, 22 gennaio 2015)

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