9 Ottobre 2014
Corriere della Sera

«Le donne non sono più vittime»

«Gli schiavi e le donne hanno cominciato a conoscersi solo quando sono diventati liberi». Con questa citazione di John Stewart Mill, Sofi Oksanen ha concluso il discorso ufficiale di apertura della Fiera del libro di Francoforte. Autrice di punta del Paese ospite, la Finlandia, Sofi Oksanen (nata nel 1977) è la star della Buchmesse: capelli tinti con colori fluo, abiti provocanti, trucco pesante. A qualcuno ricorda la trasgressiva (e tragica) figura della cantante Amy Winehouse. Di madre estone e padre finlandese, la Oksanen scrive in finlandese. I suoi libri sono tradotti in molti paesi, anche in Italia (Le vacche di Stalin e La purga da Guanda, il recente Quando i colombi scomparvero da Feltrinelli). Racconta, nei suoi romanzi, la tragedia dell’Estonia, passata nel giro di pochi anni dalla dominazione sovietica all’occupazione nazista e di nuovo ai sovietici. In questo alternarsi rapido e violento (fra il 1941 e il 1944) si consumano i destini dei patrioti, incerti se combattere il regime staliniano e accogliere i tedeschi come liberatori, o invece sabotare l’esercito hitleriano pur sapendo che il ritorno dei sovietici riporterà una condizione di schiavitù. Parla di libertà, la Oksanen, a qualunque costo: libertà per i popoli sottomessi a regimi dittatoriali; libertà per le donne, schiave da secoli. A chi le chiede della Russia di Putin, risponde: «Mi sembra sia tornata ai tempi di Stalin: anche oggi, come si è visto nella crisi dell’Ucraina, chi è contro Mosca è fascista. Sono fascisti gli omosessuali, gli occidentali, le donne». Si professa femminista. E oggi non accetta più di parlare delle donne come «vittime»: «Le donne sono sopravvissute alla schiavitù; oggi hanno la capacità di non essere più vittime».

 

 (Corriere della Sera, 9 ottobre 2014)

Print Friendly, PDF & Email