di Luisa Muraro
Lettera-invito alla redazione allargata di VD 3
domenica 8 maggio 2016 ore 10
alla Libreria delle donne di Milano, via Pietro Calvi 29
sul tema già annunciato nel programma*
Libertà femminile: prezzi pagati e da pagare
L’incontro di sabato 30 aprile al Circolo della rosa, sulla cosiddetta maternità surrogata, ha confermato che questo è un momento intenso e importante per le donne (che vuol dire anche per gli uomini) e in particolare per le femministe, comprese le donne impegnate nei movimenti omo- e trans-sessuali.
La gente, ormai distante dalla politica ufficiale, s’interessa però ai temi della vita sessuale e relazionale, della famiglia che cambia, dei desideri e dei diritti che c’erano forse da sempre, forse invece no, ma che comunque affiorano con le nuove possibilità offerte dal mercato globale e dalla tecnoscienza. Questo fermento è importante perché testimonia di una volontà di capire e di esserci senza farsi mettere fuori gioco dalla prepotenza delle cose che vanno avanti di suo (come la tecnoscienza e il mercato globalizzato).
A me, che ho avuto la faccia tosta di scrivere un libro sulla gestazione per altri (GPA), L’anima del corpo. Contro l’utero in affitto (La Scuola 2016), l’incontro di sabato con Lia Cigarini e tante, tanti altri, ha dato molto: qualche conferma, delle aperture e nuove domande.
Riassumo lo stato attuale della questione (nella mia testa, s’intende).
– Mi sono resa conto che nessuno ha le risposte in mano, bisogna trovarle insieme. Le questioni che ci poniamo (tra poche settimane il parlamento discuterà la legge sulle adozioni) segnalano un processo molto positivo di presa di coscienza diffusa: non vogliamo restare indietro a mercato e tecnoscienza, cerchiamo invece di accompagnare e orientare (per quanto possibile) i cambiamenti, con quella consapevolezza che ci fa umani.
(Inserisco un invito alle e agli specialisti: nella ricerca scientifica sulla procreazione non delegate al potere altrui la parte di responsabilità che è vostra!)
– Un tema profondo e urgente riguarda il rapporto tra la gestazione e la cura delle nuove creature. La maternità abbraccia entrambe le cose, ma nella realtà accade che siano perfino separate, sicuramente sono distinte. Forse lo sono anche nel desiderio femminile? è cosa da indagare, non però con la facile retorica di chi ha già preso posizione, è da indagare con il metro di misura della libertà femminile. Misura che va presa anche per la disponibilità materna di colei che diventa madre: che non sia assoluta, può essere parziale e tocca a lei prenderla. Ma che non si riduca, se possibile a zero: la creatura ne soffre.
– Altro tema, la concezione della differenza sessuale. Al regime di eterosessualità imposta dal patriarcato, la politica femminista si oppone con il senso libero della differenza sessuale. Purchè capiamo che questa non è stabilita tra due entità in forza di leggi, usi e costumi, ma si costituisce in, ossia nella singola creatura come diversa distanza dal corpo materno, con la sessuazione. Gli usi e costumi non fanno che interpretare questo evento evolutivo. Oggi si avverte da più parti l’esigenza che l’interpretazione sia libera.
– La differenza sessuale, se correttamente intesa, consente di distinguere la relazione paterna da quella materna.
– Sta emergendo un’importante indicazione: avvicinare il tema della surrogata al tema dell’adozione, si tratta quindi d’impedire che quella entri in competizione con la seconda e fare in modo che l’adozione recepisca esigenze di donne e uomini emerse con la surrogazione.
Inserisco qui un’istanza verso il parlamento chiamato prossimamente a cambiare in meglio la legge sulle adozioni: s’inserisca esplicitamente la relazione materna nel bene del bambino.
Le cose che premono sono molte ma credo che non serva allungare il testo per rendere convincente l’invito.
Che ci siano prezzi da pagare per la libertà femminile, a volte è veramente scandaloso ma non deve scandalizzarci perché la libertà è fondamentalmente una conquista e, come tale: libertà guadagnata in prima persona, diventa un bene che s’incrementa da sé.
Luisa Muraro, 2 maggio 2016.
*Libertà femminile: prezzi pagati e da pagare
omologazione, integrazione, recitazione, difesa dei valori dell’Occidente…
Pensiamo a fatti recenti e antichi come i fatti di Colonia, ottenere giustizia a quali condizioni, le condizioni di lavoro, il ricatto dei mezzi di comunicazione, “perché le femministe non parlano?”, donne al lavoro del sesso e della maternità. (Ma la lista non finisce qui, recentissima Letizia Paolozzi su Alfabeta sul come le femmine sono tenute a vestirsi… dove? in Olanda).
con la partecipazione di Silvia Niccolai e Luisa Muraro
introduce Laura Giordano