14 Gennaio 2015
27esimaora.corriere.it

L’Europa non può fare a meno dell’Islam Noi abbiamo la forza per cambiarlo

di Franco Ventura

Femminista islamica. Si definisce tale Malika Hamidi, con la stessa disinvoltura con cui porta il foulard. Quarantunenne francese di origine algerina, ha appena terminato la tesi di dottorato che discuterà in marzo all’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi. Il suo direttore di ricerca è il noto sociologo franco-iraniano Farhad Khosrokhavar. Il tema della tesi è il femminismo musulmano. Malika Hamidi è una militante dello European Muslim Network. Il Corriere la incontra nella sua casa di Bruxelles, poche ore dopo la marcia di Parigi. Sullo schermo del televisore scorrono le immagini dei leader del mondo e dei due milioni di partecipanti alla manifestazione. «Non ci sarei andata, nemmeno se fossi stata a Parigi. È ipocrita sfilare insieme a capi di governo come Erdogan e Netanyahu che violano i diritti fondamentali». Parliamo di diritti allora, e di Islam.

 

Gli europei sono sempre più preoccupati dell’Islam. Il Vecchio Continente si sta islamizzando.

«L’islamizzazione è un fantasma. Ma i musulmani sono parte della società europea. Non si può più fare a meno della loro voce. Un tempo avevano paura di uscir fuori. Ora no. Si sono ampliati gli spazi in cui si può parlare. Cresce di conseguenza l’intolleranza, l’islamofobia. Perché siamo percepiti come la punta dell’iceberg. Fa paura vedere che le nuove generazioni non vivono più l’Islam come una frustrazione, come un complesso».

 

È in questo Islam sempre più visibile, immagino, che lei inquadra il suo attivismo.

«Le donne sono decisive. Emerge una borghesia islamica femminile che sa farsi sentire. Le donne lottano in seno alla comunità musulmana e nella società civile, da eguali a eguali. Hanno gli argomenti teologici per sfidare l’Islam retrogrado e gli argomenti politici per sfidare il femminismo laico. Pensi alle donne che sfilavano nelle piazze della primavera araba. Dieci anni fa le musulmane mi dicevano “ci porti all’inferno”. Oggi il mio discorso è più accettato. Perciò siamo scomode. Il mutamento delle donne muterà l’Islam. Io sono un’eccezione per la mia visibilità, ma dietro di me ci sono migliaia di ragazze».

 

I lettori saranno scettici leggendo tutto ciò. Le donne nell’Islam sono sottomesse, ci sono la poligamia, l’infibulazione, il velo…

«Sotto il velo ci sono donne libere, che protestano così contro la Francia imperialista e coloniale. È questa la sfida maggiore per l’opinione pubblica».

 

Per non parlare degli uomini musulmani.

«Senza Tariq Ramadan non avrei cominciato…».

 

Ho scritto in termini molto critici di questo intellettuale islamico…

«È lui che quando cercavo risposte mi ha detto “non sta a me, ma alle donne offrire risposte adeguate alla propria condizione di musulmane”».

 

Agli europei la comunità islamica appare complice della radicalizzazione. Una maggioranza silenziosa…

«Non esiste una maggioranza silenziosa! Esiste una maggioranza che è resa silenziosa dai media. In tanti facciamo un lavoro quotidiano durissimo per lo sviluppo della comunità islamica e della società civile. Questo lavoro non è visto dai media. La nostra campagna contro i matrimoni forzati è stata ignorata. Gli incontri con le madri dei jihadisti partiti in Siria sono stati ignorati. I media sono il nodo nevralgico».

 

Intanto i proiettili della guerra santa uccidono.

«I poteri pubblici hanno enormi responsabilità. Sappiamo tutto del reclutamento jihadista e della propaganda salafita. Lo sanno le comunità musulmane e lo sa lo Stato. L’abbiamo denunciato mille volte. Ogni sermone pronunciato nelle moschee è ascoltato dall’intelligence. Ma ha prevalso una politica di laissez faire».

 

Ma le vostre associazioni…

«Le nostre associazioni si battono senza mezzi! La galassia salafita e jihadista, invece, è superfinanziata».

 

La conversazione si chiude qui. Dalla vetrata in fondo al salone, la collina di Forest si sporge sulla città. Brillano in basso le luci di Bruxelles. «È l’angolo tranquillo della casa», dice Malika Hamidi avvicinandosi ai vetri. «È bello fare qui la preghiera, mentre tramonta».


(27esimaora.corriere.it, 14-1-2015)

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