26 Febbraio 2015

Lo stato del terrore e la forza del pensiero

di Francesca Graziani

Sotto il bombardamento mediatico di questi giorni che ci propone di continuo sgozzati e arsi vivi ho rischiato di soccombere alla strategia del terrore: per non cadere nella trappola delle emozioni avevo bisogno di un antidoto e l’ho trovato nel breve saggio di Loretta Napoleoni Isis. Lo stato del terrore (Feltrinelli, pp. 137, Euro 13).

Capire come siamo arrivati a questo punto e soprattutto perché il sedicente Stato islamico (Isis) sia diventato un richiamo potente per molti giovani musulmani anche in Occidente, è fondamentale per affrontare ciò che sta capitando a poche centinaia di chilometri dalle nostre coste e in tutto il Medio Oriente. L’autrice ripercorre la storia di quella parte del mondo a partire da quando nel dopoguerra inglesi e francesi ne stabilirono i confini: confini che ora l’ISIS vuole ridisegnare, minacciando l’esistenza di un ordine geopolitico creato per avvantaggiare l’Occidente e le élite corrotte sue amiche.

Napoleoni elenca gli errori di strategia politica delle potenze occidentali intervenute nell’area e sottolinea come le guerre “per procura” non hanno certo portato in quei paesi la democrazia né vinto il terrorismo. Che anzi ha avuto buon gioco e grande intuizione politica; e per ora sta vincendo perché a differenza di tutte le altre organizzazioni terroristiche offre ai suoi seguaci e a chi si converte l’utopia sunnita del XXI secolo: il Califfato, un mito secolare sposato a un abile uso delle moderne tecnologie, ha resuscitato un sogno, «come se ricreare i suoi confini potesse riportarlo all’antico splendore».

Un’opportunità senza precedenti di riscatto per molti musulmani: «la possibilità di partecipare alla costruzione di un nuovo ordine politico, di uno stato omogeneo dal punto di vista etnico-religioso – dopo aver fatto pulizia etnica, certo -» fuori dal controllo delle potenze occidentali; governato da un califfo, successore legittimo di Maometto, che diventa una sfida per tutti i governanti musulmani; «una nazione non corrotta e incorruttibile, dotata di un profondo senso di fratellanza; priva delle sfide che le donne musulmane occidentali e occidentalizzate rappresentano per i maschi».

Il saggio di Loretta Napoleoni è sull’Isis e il suo progetto politico. Come le donne musulmane reagiranno alla proposta di questo neopatriarcato, lo vedremo: «Le donne sono decisive… hanno gli argomenti teologici per cambiare l’islam retrogrado» afferma la femminista Malika Hamidi (intervista sul Corriere della sera del 14 gennaio 2015, già pubblicata su questo sito). Aicha El Hajjami ce ne ha dato un prezioso assaggio sull’ultimo numero di Via Dogana.


(www.libreriadelledonne.it, 26/02/2015)

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