18 Luglio 2014
massimolizzi.it

Luisa Muraro: «Raccogliere la domanda di giustizia che viene dalle donne che hanno subito la violenza sessista»

di Massimo Lizzi


Siamo in una delle sedi storiche del femminismo italiano, nel caldo pomeriggio di venerdì 11 luglio, al tanto atteso incontro in presenza tra Maschile Plurale e le blogger che hanno contestato l’associazione per l’ambiguità con cui ha affrontato un caso di violenza che la riguardava molto, troppo da vicino. Presenti una cinquantina di persone, nella sala della Libreria della donne di Milano, vera organizzatrice e conduttrice dell’evento, anche se l’intestazione formale è donata a MP.

L’incontro è registrato in audio, la Libreria annuncia che tradurrà la sbobinatura in un report con tutti gli interventi. Qualcosa ha già raccontato il Ricciocorno, qualcosa racconteranno altri, per ora mi limito a mettere a fuoco il comportamento determinato delle donne intervenute.

Gli interventi di MP giustificano se stessi, provano a raccontare il proprio interessamento, dicono del loro travaglio interno ed interiore, ma non riescono a dar conto della propria inconcludenza. A tratti danno l’impressione di sottovalutare l’importanza della violenza psicologica, di considerare più grave la violenza sessuale, la violenza fisica, di ridurre la violenza psicologica a una inverificabile questione soggettiva fatta di vissuti.

Marisa Guarneri della Casa delle donne maltrattate, ricorda che la violenza psicologica è gravissima e può essere devastante, forse più grave della violenza fisica.

L’assemblea ripete in parte il dibattito on line, ma a differenza di quanto succede in rete, le donne presenti non prestano alcun soccorso agli uomini plurali in difficoltà, non regalano comprensione, invece incalzano. Solo alcuni uomini rimangono. A Marco Deriu tocca incassare fino alla fine. Invece Stefano Ciccone appena letto il suo intervento se ne va.

Luisa Muraro cita una conferenza di capi di stato a Londra, per riportare un principio importante: «Non si dica mai più che la pace è più importante della giustizia». La giustizia è più importante della pace. E dalle donne che hanno subito la violenza sessista, questo sale: una domanda di giustizia. Una domanda che Maschile Plurale non sa raccogliere. Del femminismo ha valorizzato il vissuto, ma solo per adattarlo al proprio comodo. Muraro rileva tutta la debolezza politica degli interventi degli uomini di Maschile Plurale, che non sanno ascoltare la domanda di giustizia, non sanno interloquire con essa, sanno soltanto pensare alla propria autodifesa, continuano a giustificarsi, continuano a pensare che la pace è più importante, la pace tra di loro, invece della giustizia. Forse la loro associazione non li fa evolvere, ma li ingabbia. Gli interventi degli uomini che non fanno parte dell’associazione sono stati più forti dei loro, più semplici, più netti. La vicenda in cui MP è rimasta coinvolta non è una vicenda personale, ma è una vicenda tutta politica, la vicenda di un uomo pubblico contro la violenza la cui ex-compagna è finita in un centro antiviolenza.

 

Una vicenda che mostra in modo evidente il contrasto tra le parole e i fatti. Per evitare di assumersi le sue responsabilità e correggere i fatti, MP aggiunge ancora parole, talvolta parole inquietanti, e promette tante riflessioni. Così l’intervento di Luisa Muraro arriva come uno schiaffo in piena faccia agli uomini di MP. Diretto, immediato, lineare. Perfetto. La domanda di giustizia contro il siamo tutti peccatori, più o meno inconsapevoli.

 

(massimolizzi.it – 14 luglio 2014)

http://www.massimolizzi.it/2014/07/luisa-muraro-raccogliere-la-domanda-di-giustizia.html?m=1

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