13 Maggio 2014

Marisa Grasso, donna che sa l’autorità

di Anna Di Salvo

 

«Se gli ultrà del Napoli continueranno a esibire magliette o striscioni con la scritta Speziale libero dovete impedire che quelle partite vengano giocate!»

Forti le parole che Marisa Grasso, vedova del commissario di pubblica sicurezza Filippo Raciti ucciso dall’ultrà Antonino Speziale nei disordini avvenuti allo stadio di Catania dopo la partita Palermo-Catania nel 2007, ha rivolto al Presidente del Consiglio Matteo Renzi in seguito agli inquietanti accordi presi da dirigenti sportivi e forze dell’ordine con la camorra napoletana, ai quali abbiamo assistito in diretta televisiva… È avvenuto lo scorso 3 maggio all’Olimpico di Roma, all’inizio della partita di Coppa Italia Napoli-Fiorentina, dove il capo degli ultrà napoletani, soprannominato “Genny ’a carogna”, ha dettato le sue volontà e le sue condizioni alle massime rappresentanze dello Stato presenti: Matteo Renzi e il Presidente del Senato Pietro Grasso, nonché al capitano della squadra del Napoli, al questore, ecc. indossando spavaldamente una maglietta che inneggiava alla libertà di Speziale. A quel punto Marisa Grasso, che La Città Felice a Catania segue e appoggia nelle sue lotte per scongiurare la violenza negli stadi, ha preso pubblicamente parola condannando l’accaduto nel suo insieme, perché non si verifichino ancora fatti del genere, invocando dignità e non corruzione e prepotenza nel mondo del calcio e pretendendo rispetto per la memoria del marito ucciso dalla barbarie maschile che troppo spesso si scatena negli stadi.  Risultato: bandite intanto le magliette con la scritta incriminata, mentre per gli striscioni si vedrà… Intanto Marisa Grasso tiene gli occhi ben aperti e sa farsi sentire!

 

Catania 13 maggio 2014

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