26 Novembre 2015

Mia zia femminista

di Raffaella Cambria e Paola Mammani

 

 

Intorno ai miei vent’anni, mi sono trovata coinvolta in qualche vicenda della vita familiare di Adele Cambria e in alcune occasioni l’ho incontrata. Già conoscevo sua nipote Raffaella, una bambina ai tempi, per la quale ho conservato simpatia e affetto e che proprio in tempi recenti ho spesso risentito.

Il mattino in cui è stata resa nota la morte di Adele Cambria, le ho scritto:

«Non so in che rapporti tu sia rimasta negli anni con la tua famosa zia, ma se sei addolorata per la sua morte, ti abbraccio e ti penso con affetto, Paola»

Raffaella a sera invia questa mail agli amici più cari.

«La zia, per noi familiari era la zia eccentrica, la zia mondana, la zia con quelle amiche stravaganti.

Era la zia di sinistra ma sempre chic, la zia Femminista ma sempre à la page.

Veniva a trovarci trascinandosi dietro una valigia enorme, più grande di lei, e raccontava di personaggi leggendari e comuni. Di qualunque posto si parlasse, si ricordava che lì, proprio lì, in un certo anno lontano, aveva intervistato qualcuno di cui ricordava la storia.

Mi portava a cena in posti famosi di Roma e a fare mitici viaggi per la Calabria con la sua cinquecento, andando a trenta all’ora. Con i cugini, ci portava al mare e ci lasciava fare cose pazze e pericolose!

Quando si arrabbiava, aveva occhi di lampo e quando ci puniva, intimava: “Mani dietro la schiena!” e io e i miei cugini ci chinavamo per essere “schiaffeggiati”.

Mi prestava lunghi, eleganti, guanti bianchi da sera, sciarpe turchesi e gioielli vistosi, per trascinare la sua unica nipote FEMMINA verso un mondo vanitoso e la vita mondana che puntualmente rifiutavo perché ero una nipote “che amava la vita spartana”.

Ciao Zia»
Le rispondo.

«Grazie, Raffaella, per aver compreso anche me tra i destinatari della mail, per avermi inviato questo bel ritratto di tua zia, così suggestivo. Mi hai colto mentre rivedevo la sua parte d’intervista compresa in Comizi d’amore e riepilogavo le poche cose che so di lei. Ricordo solo a tratti che cosa mi aveva colpito di quel suo libro intitolato «In principio era Marx», ma ricordo con chiarezza quelle poche volte in cui l’ho incontrata. Quel misto di fascino, spregiudicatezza, eleganza che tanto bene descrivi, sembra aver lasciato il segno su di te e ti assicuro che anche solo quei pochi incontri sporadici che ho avuto con lei, un qualche segno graffiante hanno lasciato anche nella giovane donna inquieta che ero.

Un abbraccio forte,

Paola»

 

(www.libreriadelledonne.it, 26 novembre 2015)

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