7 Novembre 2015
Repubblica

Milano, la ‘Libreria delle donne’ festeggia 40 anni di cultura e impegno civile

Fondata nel 1975 in un negozio vicino al Duomo oggi festeggia un’avventura ancora “sovversiva”

di Anna Bandettini

“Ma esiste una scrittura femminile? Esiste una letteratura delle donne? C’è un linguaggio che racconta l’esperienza delle donne?”. Le domande di Lia, Rosaria, Marina, Luciana, Ester, allora ragazze, affollavano quarant’anni fa gli incontri della domenica mattina, quando si riunivano per raccontarsi i romanzi delle scrittrici appena letti, si scambiavano i libri, parlavano di scoperte o riscoperte di autrici come Jane Austen, Virginia Woolf. È dalla memoria lontana di quel gruppo, circa quindici donne, che emerge la nascita di un luogo simbolo di Milano che ha fatto la storia anche fuori Milano.

La Libreria delle Donne, il primo spazio pubblico italiano dedicato alla cultura e al sapere delle donne, compie 40 anni e locali di via Calvi 29, quattro vetrine destinate a ingrandirsi, si sono ritrovate amiche, lettrici e lettori, per festeggiare il valore di un’avventura ancora sovversiva, non solo negozio di libri “for ladies only”, ma ritrovo, circolo culturale, laboratorio di pratica politica. Due grandi sale, una parte con sedie e divani (è la sala del Circolo della Rosa), un’altra con gli scaffali dei libri e le sedie da cinema nere vicino alla cassa, una veranda-giardino, un soppalco per gli uffici.

Qui generazioni di femministe si sono riunite e incontrate, hanno trascorso serate conviviali – perché c’è anche una cucina e un libro documenta la gastronomia femminile – hanno discusso e sviluppato il “pensiero della differenza” (rivendica non la parità, ma la differenza delle donne) e la “pratica della relazione” cioè il parlare tra sé, hanno ripensato il lavoro, la scuola, la storia. E avviato pubblicazioni, editato due riviste (Via Dogana e Aspirina), prodotto e proiettato film per e sulle donne.

L’avventura parte da lontano: dal 15 ottobre del 1975 e da via Dogana a due passi dal Duomo, in un negozio preso in affitto dal Comune con una colletta da un gruppo di donne riunite nella cooperativa “Sibilla Aleramo”. L’idea era di creare uno spazio del sapere femminile e farne un bene collettivo. “I libri – ricorda Lia Cigarini, una delle fondatrici – occupavano solo due pareti”.

Oggi – dal 2001 la Libreria è in via Calvi – ce n’è più di 10mila, oltre 3mila autrici da Virginia Woolf a Antonia Pozzi, più un fondo di testi esauriti e introvabili. Si continuano a fare i turni per la gestione, chi sta alla cassa, chi apre e chi chiude, e c’è chi come Renata Dionigi lo fa da 30 anni, chi progetta incontri e riflessioni, la Cigarini, Luisa Muraro, Pinuccia Barbieri, Serena Fuart, Clara Jourdan, le “giovani” Sara Gandini e Laura Colombo che curano il sito (www.libreriadelledonne.it). Perché il percorso continua, la Libreria significa ancora studiare, scrivere incontrarsi, esplorare; e anche se secondo alcuni “le femministe” lo fanno nel gergo un po’ insopportabile degli iniziati, anche se molte altre associazioni
e realtà femminili sono nate, in questi 40 anni da qui molte cose sono cambiate, specie l’atteggiamento “fuori”: gli editori pubblicano più libri di donne, gli uomini ne leggono di più, la politica ne parla di più. Si sono aperti più spiragli dove “svelare il senso dello stare al mondo”. Perché, come dicono alla Libreria “le donne hanno il bel vizio di non pensare solo per sé, ma anche per gli altri”.


(Repubblica, 7/11/2015)

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