6 Ottobre 2016

Per Maria Luisa Gizzio

di Simonetta Patanè

Sono sicura che Maria Luisa sarebbe stata molto contenta e orgogliosa della commemorazione gioiosa che si è svolta in sua memoria domenica 25 settembre 2016 alla Casa Internazionale delle Donne di Roma, quasi casa sua, visto che ne è stata una delle occupanti tanti e tanti anni fa. Volute dalla figlia Marcella e dai figli Marco e Francesco, oltre che per ricordarla, per conoscere meglio aspetti e attività della loro così poliedrica madre, le quattro ore passate insieme fra parenti, amiche, e compagne/i di strada hanno restituito, attraverso testimonianze video e ricordi, la ricchezza della personalità di Maria Luisa e della sua vita. È stato ricordato il suo impegno nel mantenere viva la memoria del fratello, Massimo Gizzio, giovane resistente romano ucciso nel ’44, un impegno al quale non si è mai sottratta nel corso della sua lunga vita, così come il suo vivo interesse per l’economia, in particolare l’economia del dono, e la sua collaborazione con Loredana Aldegheri della MAG di Verona, il suo costante impegno nel femminismo che negli ultimi anni portava addirittura nelle strade e nei mercati e che l’ha vista impegnata nel suo ultimo intervento pubblico, lo scorso marzo: l’apertura del Convegno sull’Europa della rete delle Città Vicine, di cui era co-fondatrice, che con tanto impegno aveva contribuito a organizzare.

Soprattutto, però, sono state ricordate le sue caratteristiche personali e umane come le sue mise stravaganti e coloratissime, con cui Maria Luisa non poteva passare inosservata, indice non solo della sua originalità e indipendenza ma del suo essere capace di sentirsi a suo agio ovunque e del suo amore per la vita che fino all’ultimo non la ha abbandonata visto che ancora una settimana prima di lasciarci, in agosto, prendeva accordi sulle cose da fare. È stata ricordata la sua passione attraverso la commovente testimonianza di alcuni/e studenti di due licei romani, contagiati da quella strana signora, arrivata a scuola con le scarpe da ginnastica gialle per parlare di Resistenza. La sua determinazione nel sostenere ciò che riteneva giusto, la capacità di confliggere e quella di pungolare le donne un po’ pigre a impegnarsi a tirare fuori la propria creatività e di valorizzare le idee e i desideri soprattutto delle più giovani e, ancora, la capacità di mettere in relazione le sue tante appartenenze creando occasione di incontri e scambi fra persone molto diverse e distanti. Che ci fossero donne e uomini di tutte le età a commemorare una donna di più di 80 anni mi ha colpito ma in fondo era ovvio perché Maria Luisa era una donna assolutamente contemporanea: il suo tempo era il presente, che la sollecitava con le sue urgenze, e la sua prospettiva il futuro che desiderava migliore rispetto agli scenari preoccupanti che la inquietavano e verso il quale instancabilmente si impegnava cogliendo e creando occasioni per fare e per pensare. L’ultima immagine che ho di lei è nella sua immancabile FIAT 500 sulla salita del Buon Pastore alla fine del Convegno “L’Europa delle Città Vicine” ed è così che voglio ricordarla: indipendente, sempre in movimento, libera.

(www.libreriadelledonne.it, 6 ottobre 2016)

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