12 Luglio 2019

Qualche domanda a Francesca Fialdini per pensare insieme

di Laura Colombo


Ho letto con attenzione e interesse l’intervista a Francesca Fialdini uscita su Digitalic dello scorso maggio. Digitalic, oltre a essere un sito e un magazine online, è una rivista cartacea molto bella e molto ben curata, che ha la tecnologia nel suo DNA e nella sua visione del mondo: passa dalla tecnologia il pensiero sull’innovazione, il design e il business. Francesco Marino, direttore della rivista, scrive che Digitalic è “nata con l’obiettivo di far capire nel profondo la centralità delle tecnologie digitali e delle persone che le producono, le distribuiscono, le personalizzano. È la rivista innovativa nata per gli innovatori”.


Riprendo l’intervista a Francesca Fialdini (@francifialdini su Instagram e Twitter), fatta da Ilaria Galateria, perché ci sono alcuni punti degni di interesse che sarebbe molto utile poter approfondire con lei e così le faccio alcune domande in questa sorta di lettera aperta che la rete può aiutarci a farle recapitare.


A proposito di Instagram, il social più seguito da lei, Francesca dice: “A volte mi capita di controllare i commenti che le persone lasciano sui miei profili ma so anche quando è il momento di staccare e riappropriarmi del mio tempo”. Come sai qual è il momento di staccare e perché oltrepassare la soglia significa alienarsi il tempo? Come spiegheresti a un marziano (non digital, naturalmente)  la necessità di regolarsi e il bisogno di una misura? Qual è la tua misura salvifica?


Parlando dell’innovazione tecnologica Francesca dice che è “un’opportunità da saper governare”. Quali opportunità vedi nella tecnologia?


L’intervistatrice parla della trasformazione radicale nella vita professionale, personale, relazionale indotta dalla tecnologia e Francesca commenta accennando alla “necessità di gestire con consapevolezza queste profonde trasformazioni”. In che modo? Hai una tua strada verso la consapevolezza, una via che ci puoi raccontare?


Rispondi drasticamente alla domanda sul lato oscuro del web, dandoci una pillola di saggezza antica: il male non è nelle cose, è nel cuore degli esseri umani. In questo modo difendi la rete e fai intendere che la tua vera preoccupazione è a un altro livello. Invece l’opinione prevalente è che la potenza della rete induca in molti risposte scellerate. E però. La tua risposta è giusta. Troppo giusta. Puoi dirci qualcosa di più su questi tuoi crucci, che riguardano la dimensione umana ed esistenziale e sembrano riferirsi a una forma differente di convivenza?


(www.libreriadelledonne.it, 12/7/2019)

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