15 Dicembre 2016

Referendum. Ho votato due volte

di Luisa Muraro

Tutto passa ma certi proverbi restano, come questo: “Non vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso”. Il nostro governo non si è limitato a vendere la pelle, ma, dando per ucciso l’orso e venduta la pelle, ha fatto passare una legge elettorale su misura, tutta a suo favore. Legge che, bocciato il referendum, ora non serve a niente ma resta valida, in attesa delle modifiche della Corte costituzionale, annunciate per metà gennaio.

In questa complicata situazione, io ho finito per votare due volte, una volta Sì e una No.

È andata così. L’intenzione era di votare sì. La modifica costituzionale doveva servire a eliminare il bicameralismo perfetto, cosa su cui in molti eravamo d’accordo, la maggioranza. Ma ecco la nuova furbata: la riforma si gonfia con altre questioni, fatte per favorire l’esercizio del potere. Per la rabbia ho detto: No. Nel No ho messo anche gli oppositori interni di Renzi, dei buoni a nulla che avrebbero dovuto sostenere da subito la proposta di Valerio Onida che era di articolare il quesito referendario in più domande (così avrei potuto scegliere: questo sì, questo no).

Ma quando è venuto il momento di fare la croce, mi è stato fisicamente impossibile votare come Salvini e Berlusconi.

E ho votato sì. In pratica, con questo sì volevo evitare la crisi di governo per non mettere la croce sulle spalle dei terremotati e dei migranti. L’uomo che aveva promesso la ricostruzione, faccia a faccia con i terremotati, volevo che restasse lì a rispondere dei suoi impegni. Dopo che abbiamo permesso l’allegro teatro di Berlusconi tra le rovine dell’Aquila, con i suoi abitanti a fare da comparse, adesso toccherà a questi altri e altre sopportare un’altra commedia?

Sui migranti il discorso è diverso. Sul problema della migrazione Renzi e il suo governo hanno fatto una politica decente. Non hanno approfittato dei malumori popolari. Hanno dato sostegno, mezzi e visibilità alle persone che si spendono per salvare l’umanità dal peggio. C’è da salvare donne e uomini che penano sulla strada della sopravvivenza, ma anche noi, minacciati mortalmente dal nostro egoismo.

Così, per finire, con la matita ho segnato il Sì, ma non mi dispiace che abbia vinto il No.

Adesso non si dice ma una volta questo era considerato un tipico esempio di mente femminile confusa. Ben venga la mente femminile confusa. In questo caso è piuttosto evidente che l’obbligo di scegliere non è veramente democratico e non lo è neanche costringersi all’astensione, come qualcuno ha suggerito di fare. Perciò mi sono autorizzata a votare due volte, sì e no, ed entrambi i voti sono validi.

Il problema è a monte, è nella convinzione indiscutibile che, per governare una collettività, sia indispensabile che si costituisca un potere speciale (il Leviatano, si chiama in filosofia), superiore a quel normale poter fare e essere che sono prerogativa umana. Ma è vero che sia indispensabile? Dobbiamo discuterne e non farci spaventare dal principio di non contraddizione che usa il Leviatano: non è vera logica, è logica del potere.

(www.libreriadelledonne.it, 15 dicembre 2016)

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