Silvia Marastoni e Loredana Aldegheri/Mag Verona
Della crisi che ha travolto la Grecia – epicentro di un sisma che sta facendo tremare le fondamenta dell’Europa -, in cui quello che vediamo crollare non è solo l’economia, ma un intero modello sociale, leggiamo da molti mesi, ogni giorno, sui media italiani. E per chi come noi ha relazioni con amiche e amici che vivono lì, alle notizie si aggiungono molte testimonianze dirette. Quello che sta succedendo, osservava mesi fa Russel Shorto (The New York Times Magazine/Internazionale) è “qualcosa che non ha precedenti nella storia moderna del mondo occidentale”. Una crisi che ricorda piuttosto quella dell’Argentina del 2001, e che non riguarda solo la Grecia, ma coinvolge anche altri paesi europei, tra cui il nostro. E mentre in un’intervista a Bloomberg Tv l’economista Nouriel Roubini diceva nei mesi scorsi di aspettarsi per il prossimo anno, a livello globale, “la tempesta perfetta e la rivolta sociale”, già nelle ultime settimane, a fronte dei nuovi tagli imposti dalla Troika, in Grecia, Spagna e Portogallo abbiamo visto la ripresa delle grandissime manifestazioni che vi si oppongono.
Eppure, a fronte di uno scenario così catastrofico, in Grecia sta capitando anche altro: e se da una parte vediamo crescere fenomeni preoccupanti come quello rappresentato da Alba Dorata, dall’altra registriamo la nascita e il grande sviluppo di reti di cittadine/i che si attivano in prima persona, con altre/i, per ricostruire il tessuto sociale e economico, a partire dal contesto in cui vivono. Donne e uomini che inventano nuove forme di auto-organizzazione, dando vita a esperienze fondate sulla solidarietà, il mutualismo e la cooperazione, spinti dal bisogno primario di sopravvivere, di garantirsi i beni e servizi essenziali che con la crisi sono venuti a mancare. Ma dalle loro storie emerge anche altro.
“C’è molta rabbia, depressione, disperazione”, ci raccontano amiche ed amici “ma anche un gran movimento, che coinvolge sempre più persone in tutto il paese. La crisi ha mobilitato anche grandi risorse di creatività sociale, economica e perfino artistica. Le persone hanno cominciato a organizzarsi tra loro, e le reti di solidarietà, di “mutuo soccorso”, sono diventate un punto di riferimento per molti: in primo luogo per chi è più in difficoltà, ma non solo”.
Ci fanno molti esempi, di cui sappiamo ben poco dai nostri media: dalle diffusissime assemblee di quartiere alle reti di vendita diretta, al proliferare dei circuiti di monete locali e di scambi senza denaro. Dai molti utilizzi creativi della tecnologia a scopo sociale alla creazione di cucine collettive e di mense gratuite. Dagli ambulatori medici e centri di sostegno psicologico aperti da volontari all’autogestione di alcuni ospedali, alle esperienze di coltivazioni collettive e di “ritorno alla terra”. Dai progetti di riqualificazione del paesaggio urbano all’espressione artistica come strumento di denuncia, ma anche di riflessione, elaborazione e ricerca di nuove “strade”, ecc.
“Nonostante tutta la difficoltà, la fatica e la sofferenza che si prova e si vede” ci raccontano “in questa crisi ci sono anche opportunità che non vogliamo e non possiamo perdere: ci sta insegnando a riconsiderare il mondo ed il modo in cui abbiamo vissuto, a guardare in faccia anche i nostri errori e le nostre responsabilità, e a farci forza vedendo quel che di nuovo e di meglio, invece, può essere, e che stiamo già costruendo. Una frase scritta mesi fa su un muro ad Atene dà bene il senso di tutte queste esperienze: non lasciare nessuno da solo davanti alla crisi “.
La posta in gioco è quella di ricostruire vite e contesti attraverso pratiche di “politica prima”, mettendosi in gioco in prima persona in relazione con altre/i. A crederci sono in tanti, uomini e donne; e spesso – ci dicono molte/i – sono il protagonismo e l’energia femminili a fare da traino. Di questa “scommessa” vogliamo capire di più: non solo per rispondere alla richiesta di darle voce e di “esserci” (“abbiamo molto bisogno di contatti, di scambi, di solidarietà e di sostegno, di farvi sapere cosa stiamo facendo e che ci aiutiate a farlo sapere”, ci dicono molte/i), ma perché quel che succede in Grecia riguarda già direttamente anche noi. E perché pensiamo che anche per noi, lì, ci siano relazioni feconde da coltivare e indicazioni importanti.
A questo scopo, sollecitiamo la vostra attenzione attorno ad un testo “a produzione partecipata” basato su testimonianze e racconti in prima persona. Quanti/e sono interessati/e a questo progetto possono, in base alle proprie disponibilità:
– pre-acquistare copie del libro (al prezzo unitario di €12,00), anche attivandosi nella raccolta di ordini presso persone e realtà con cui sono in relazione;
– effettuare una libera donazione a sostegno del progetto;
– partecipare alla realizzazione del testo in qualità di partner, con modalità de definire congiuntamente;
– contribuire economicamente e organizzativamente alla realizzazione di iniziative di presentazione in cui, nei prossimi mesi, vorremmo coinvolgere alcune/i protagoniste/i di queste ESPERIENZE: un’occasione preziosa, crediamo, per ascoltare dalla loro viva voce le esperienze raccolte nel testo e per interloquire direttamente con loro.
Vi chiediamo di darci rimando al più presto sul vostro interesse e le vostre disponibilità, e di effettuare i versamenti corrispondenti, con causale “Pre-finanziamento progetto “Ricostruire la Grecia, dentro e oltre la crisi” (titolo provvisorio del libro):
– sul cc IT 19 R 08315 60 0310 0000 0008658 (c/o Banca della Valpolicella, Credito Cooperativo di Marano, Filiale di Valgatara, intestato a Mag Società Mutua per l’Autogestione).
– o sul c/c postale IT08J0760111700000019533371 intestato a Mag Società Mutua per l’Autogestione.
Contiamo inoltre sul vostro aiuto per la diffusione e promozione dell’iniziativa presso tutti i vostri contatti, attraverso gli strumenti di comunicazione disponibili/utilizzati.
Per maggiori informazioni:
Loredana Aldegheri – MAG Verona: info@magverona.it – tel. 0458100279
Silvia Marastoni: silvia.marastoni@gmail.com – cell. 3487160563