8 Settembre 2015
L’Huffington Post

Stato Interessante: il docufilm di Alessandra Bruno indaga il dilemma delle 40enni: cercare o non cercare un figlio?

di Giulia Belardelli

Cinque donne senza figli, tra i 38 e i 43 anni, e un orologio biologico che batte il tempo senza tregua. Per tutte la stessa domanda: cercare un figlio prima che sia troppo tardi, o scegliere di non diventare mai madre? Dentro questa domanda, mille dubbi, infiniti incroci tra volontà e desiderio, scelta e possibilità. È attorno a questo dilemma – forse il più intimo di tutti – che si sviluppa «Stato Interessante», film documentario di Alessandra Bruno prodotto da Raffaele Brunetti per B&B Film. Il film, nato dall’esperienza personale della regista, andrà in onda su RaiTre giovedì 17 settembre alle 23,40. Di strada, però, ne ha già fatta tanta: prima con il passaparola, da amica ad amica, poi sui social, dove è già possibile familiarizzare con Ilaria, Anna, Chiara e le altre.

Il film racconta il momento in cui la scelta della maternità, o della non maternità, non è più procrastinabile. I dialoghi e i confronti serrati con parenti, compagni e amici, le riflessioni più intime e personali, si incrociano alla ricerca di un bandolo della matassa che, a questo punto della vita, ognuna di loro ha la necessità di individuare. Alternando voci e storie, il documentario segue i passi, a volte incerti, a volte sicuri, che le protagoniste compiono per riconoscere la propria strada, in mezzo ai tanti condizionamenti e alle mille paure che emergono di fronte al limite irrevocabile della fine dell’età fertile.

«Il film è nato dalla mia esperienza», racconta ad Huffington la regista Alessandra Bruno. «Attorno ai 39-40 anni ho iniziato a sentire l’angoscia: lo volevo o no un figlio? Prima non mi ero mai posta la domanda: altre priorità, storie finite male, distrazione… i motivi possono essere tanti. Poi però quell’ansia è arrivata, e ho sentito il bisogno di indagare, di confrontarmi con altre donne. Avevo molte amiche in questa condizione, e amiche che mi raccontavano di amiche alle prese con gli stessi dubbi. Così è cominciato tutto, come un gioco di statole cinesi».

«Quando ho iniziato a cercare donne disposte a partecipare al film – continua Bruno – sapevo che non sarebbe stato facile. In fondo chiedevo di lasciarmi entrare in uno spazio segreto, quello spazio che si fatica a condividere anche con il proprio compagno, con la propria madre e spesso anche con sé stesse. Chiedevo di raccontare lo spaesamento, il momento di crisi, l’impasse, tutte cose che generalmente si preferisce tenere per sé, che ci fanno sentire scoperti, indifesi, incapaci di trovare le parole».

Alla fine, però, le parole sono arrivate, e con loro il sollievo di non sentirsi sole. «Sapevo che c’era bisogno di intimità, di confidenza», spiega Alessandra. «Mi sono rivolta alle amiche e poi alle amiche delle amiche… Tantissime si sono fatte avanti e, sentendomi una di loro, sono uscite allo scoperto, a dimostrazione di quanto necessario fosse il bisogno di condividere questo momento di passaggio, difficile ma fondamentale per tante donne».

Il documentario si focalizza su cinque donne, ognuna alle prese con un percorso diverso in grado di rappresentare narrativamente un aspetto del tema. La difficoltà di sentirsi adulte, la scelta continuamente rimandata, il rifiuto dei modelli, la sensazione di perdere il centro della propria vita e quella di non essere all’altezza delle aspettative. E ancora: il condizionamento della famiglia e quello del contesto sociale, il rapporto con il compagno sbagliato, la paura di sbagliare.

Colpisce, nelle storie di queste cinque donne, il fatto che quasi per nessuna il dubbio sulla maternità sia legato all’incertezza economica. Stato Interessante, infatti, non è un film sugli effetti di crisi e precarietà sulle scelte di vita. «A quarant’anni la scelta di cercare o non cercare un figlio non c’entra nulla con la crisi», spiega la regista. «È una scelta interiore, tutta femminile, un tipo di conflitto che riguarda solo le donne. Perché solo le donne sono in grado di convivere con il forse, con il dubbio che si annida dietro ogni decisione».

Il titolo – Stato Interessante – riflette la complessità di un tema profondo e controverso come il desiderio/non desiderio di maternità. Secondo la regista, si tratta di un tema «impervio, come sempre è impervio porsi dei dubbi, fermarsi a pensare, confrontarsi con sé stessi: uno Stato Interessante insomma, fecondo e capace di generare spunti di riflessione imprevedibili».

«Il dialogo nato da Stato Interessante continua», racconta Alessandra Bruno. «Con le protagoniste del film siamo diventate molto amiche, si è creato un rapporto profondissimo, passiamo molto tempo insieme. Sono diventate le mie amiche. Alcune di loro stanno andando avanti nella scelta di cercare un figlio… molte cose sono accadute proprio per il film».


(L’Huffington Post, 08/09/2015)

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