«La religiosa virtuosa veniva e viene incensata come perno tra mondo visibile e invisibile, ma tutto questo poi sfocia in un asservimento domestico e sociale… La situazione adesso è ancora peggiorata a causa dell’aumento di piccole fondazioni diocesane, create da vescovi e preti africani senza carisma e spiritualità particolari: solo per avere delle donne al loro servizio».
Suor Rita Mboshu Kongo, teologa congolese, ha conseguito laurea e dottorato in Teologia a Roma mentre faceva la cuoca al Collegio Capranica, il più prestigioso seminario della capitale. Oggi insegna all’Università Urbaniana e collabora con «donne, chiesa, mondo» : proprio il mensile dell’ Osservatore Romano , coordinato dalla storica Lucetta Scaraffia, da ieri ha riunito in Vaticano un seminario internazionale su «La Chiesa di fronte alla condizione delle donne oggi» che si concluderà domani con la messa celebrata dal segretario di Stato Pietro Parolin.
Suor Rita interverrà oggi nella Casina Pio IV, toccando un tema centrale: le donne ridotte a serve nella Chiesa, la sottomissione. È stato Francesco a ripetere che «occorre ampliare gli spazi di una presenza femminile più incisiva» e le donne «stanno ponendo domande profonde che vanno affrontate».
Suor Rita, nella sua relazione, ripercorre la «crisi di identità delle religiose africane». In Africa, di contro a 35 mila preti e 3.500 missionari, le suore sono più di 60 mila. Eppure «la Chiesa non si è mai molto impegnata nella loro formazione». Giusto per insegnare ai bimbi. Per il resto le brave suore «cucinano bene per amore di Gesù, puliscono, rammendano, accudiscono prelati e anziani…». Nessuna voce in capitolo, decisioni «sempre già prese da altri».
Quando vescovi e preti «finiscono il mandato o muoiono» le suore usate come serve o badanti restano «abbandonate a se stesse» rivela suor Rita. «Alcune volte vengono in Europa come missionarie nelle diocesi» ma «mancano progetti» e accade «finiscano nelle strade, diventando senza fissa dimora». Si parla senza reticenze, nell’incontro in Vaticano. Famiglia, identità femminile, violenze. In molte zone della Terra, la Chiesa rappresenta per bambine e donne «l’unica rete di protezione e salvezza» da soprusi e stupri. Ma esistono anche le violenze sessuali commesse da sacerdoti sulle religiose. Suor Rita riprende la denuncia di Lucetta Scaraffia nel libro Papa Francesco e le donne , scritto con Giulia Galeotti: le suore ritenute più «sicure» dove l’Aids è pandemico, preti che sfruttano la loro «autorità» esigendo prestazioni sessuali.
Che futuro hanno le religiose? Suor Rita conclude: «Vogliamo solo essere rispettate e avere gli strumenti per decidere e pensare». La sua Congregazione fa servizio in cucina al Capranica dal 1978. Lei raccontò al mensile dell’ Osservatore il rapporto di «confronto e sostegno reciproco» con gli altri dottorandi. Con una differenza, notava Scaraffia: «Lei ha cucinato per giovani seminaristi e sacerdoti che stavano percorrendo una via di studio simile alla sua, ma avevano tutto il loro tempo a disposizione per lo studio».
Suor Rita interverrà oggi nella Casina Pio IV, toccando un tema centrale: le donne ridotte a serve nella Chiesa, la sottomissione. È stato Francesco a ripetere che «occorre ampliare gli spazi di una presenza femminile più incisiva» e le donne «stanno ponendo domande profonde che vanno affrontate».
Suor Rita, nella sua relazione, ripercorre la «crisi di identità delle religiose africane». In Africa, di contro a 35 mila preti e 3.500 missionari, le suore sono più di 60 mila. Eppure «la Chiesa non si è mai molto impegnata nella loro formazione». Giusto per insegnare ai bimbi. Per il resto le brave suore «cucinano bene per amore di Gesù, puliscono, rammendano, accudiscono prelati e anziani…». Nessuna voce in capitolo, decisioni «sempre già prese da altri».
Quando vescovi e preti «finiscono il mandato o muoiono» le suore usate come serve o badanti restano «abbandonate a se stesse» rivela suor Rita. «Alcune volte vengono in Europa come missionarie nelle diocesi» ma «mancano progetti» e accade «finiscano nelle strade, diventando senza fissa dimora». Si parla senza reticenze, nell’incontro in Vaticano. Famiglia, identità femminile, violenze. In molte zone della Terra, la Chiesa rappresenta per bambine e donne «l’unica rete di protezione e salvezza» da soprusi e stupri. Ma esistono anche le violenze sessuali commesse da sacerdoti sulle religiose. Suor Rita riprende la denuncia di Lucetta Scaraffia nel libro Papa Francesco e le donne , scritto con Giulia Galeotti: le suore ritenute più «sicure» dove l’Aids è pandemico, preti che sfruttano la loro «autorità» esigendo prestazioni sessuali.
Che futuro hanno le religiose? Suor Rita conclude: «Vogliamo solo essere rispettate e avere gli strumenti per decidere e pensare». La sua Congregazione fa servizio in cucina al Capranica dal 1978. Lei raccontò al mensile dell’ Osservatore il rapporto di «confronto e sostegno reciproco» con gli altri dottorandi. Con una differenza, notava Scaraffia: «Lei ha cucinato per giovani seminaristi e sacerdoti che stavano percorrendo una via di studio simile alla sua, ma avevano tutto il loro tempo a disposizione per lo studio».
(Corriere della Sera, 30 maggio 2015)