29 Settembre 2015
#VD3

Un inno di gioia

 

di Francesca Graziani

 

Mentre in questi ultimi mesi assistevo angosciata alla quotidiana conta dei morti e dei sopravvissuti al naufragio dei barconi, spesso mi tornava alla mente il bel libro della storica Anna Bravo La conta dei salvati. E mi chiedevo: poteva oggi l’Europa combattere la politica di sangue versato dell’ISIS con una politica di sangue risparmiato? Avrei voluto scriverne su Via Dogana ma l’obiezione di un’amica (“L’accoglienza indiscriminata non farebbe che favorire populismi e fascismi”) mi bloccava nella scrittura. Ero un’ingenua? Era buonismo? Dentro di me mi rifiutavo di nominarlo in questo modo.

Pensavo con rabbia che immersi in questo presente narcisista e smemorato – considero l’ignoranza della storia nel nostro Paese una vera e propria emergenza sociale – molti non si rendono conto di ciò che sta accadendo: non diventa una menzogna il Giorno della Memoria se tornano recinzioni e campi?

Intanto la situazione ai confini orientali precipitava: migliaia di profughi erano in fuga dalle guerre sulla rotta balcanica e – nonostante Schengen – si cominciavano a costruire nuovi muri.

Dove vai Europa? Mi chiedevo di fronte al disastro.

Poi – per molti una sorpresa – la Germania decide di aprire le frontiere: quando vedo le immagini dei profughi che a Monaco scendono dai treni gridando “Germany! Germany!” accolti dalla gente che canta “l’Inno alla Gioia” – l’inno dell’Unione europea – l’impatto su di me è molto forte: è come se assistessi a un rovesciamento della storia, perché vi si sovrappongono immediatamente le immagini di altri treni che settant’anni fa partivano dalle stazioni verso i campi di sterminio, quando gli inneggiamenti alla Germania avevano tutt’altro segno.

Due/tre generazioni di tedeschi – possiamo dire altrettanto degli italiani o dei francesi per la parte che li riguarda? – hanno fatto i conti col peso di questa storia: due delle mie più intime amiche sono tedesche e me ne sono fatta un’idea.

Merkel ne era ben consapevole quando ha preso la sua decisione.

Non mi nascondo che gli anni a venire “non saranno un pranzo di gala”: ma non tutto si può ridurre a scelte di economia (a questo proposito è necessario anche demolire alcuni luoghi comuni sugli effetti negativi dell’immigrazione: lo fa Danilo Taino su “La lettura” del 20/9, “Il migrante conviene. Meglio se istruito”); e credo sia necessario dare risposte concrete alle paure della gente.

Intanto però centinaia di migliaia di persone scelgono l’Europa, non il sedicente Califfato: questo è un bel colpo per la sanguinaria politica dell’Isis, che infatti si è affrettato ad accusare di apostasia i fuggitivi. Ma inutilmente.

 

P.S. http://video.repubblica.it/dossier/immigrati-2015/monaco-l-applauso-della-gente-ai-migranti-il-video-della-bbc-trionfa-sui-social/210919/210067

 

(Via Dogana 3, 29 settembre 2015)

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