20 Dicembre 2015

Un mare di libertà a San Vittore

di Clara Jourdan

Se avessi saputo che il mare era così profondo,
non avrei preso il mare
Se avessi saputo che l’amore era così pericoloso,
non avrei amato…
(da una poesia araba letta da Fatimah)

 

Il 16 dicembre scorso ho partecipato all’inaugurazione del mural Un mare di libertà realizzato da alcune donne che frequentano il Laboratorio di arte condotto da Antonella Prota Giurleo alla Sezione femminile della Casa circondariale di San Vittore di Milano. L’evento non era aperto al pubblico ma erano state invitate alcune giornaliste e giornalisti perché le autrici del mural desideravano che il loro lavoro potesse uscire almeno simbolicamente dalle mura della prigione.
In uno dei sei raggi di San Vittore vivono una sessantina di donne, detenute in attesa di giudizio o provenienti dagli ospedali psichiatrici giudiziari recentemente chiusi. Al mural hanno lavorato Angela, Anna, Cadrie, Cinzia, Fatimah, Macarena, Malika, Monica, Marta, Martina, Roberta, Roxana, Sumia, Veronica, Zainab… che l’hanno presentato leggendo testi e poesie in italiano, spagnolo, arabo. Nelle foto di Monia Di Santo si vede il gruppo del Laboratorio (1) e un momento della presentazione (2), nella foto di Tullio Quaianni un particolare dell’opera (3).
Ascoltiamo il racconto di Cinzia Un mare di libertà
L’idea di realizzare un Mural nasce dall’incontro di colorate emozioni un giorno di fine settembre, nella piccola stanza adibita a studio artistico all’interno del reparto femminile di San Vittore. Antonella propone un supporto pittorico maestoso, non il solito foglio A4. I confini si allargano, gli orizzonti si modificano, gli spazi si dilatano e noi cominciamo a sognare in grande…
Possiamo dipingere una parete della zona in cui trascorriamo le nostre ore d’aria e dare un po’ di luce ad un luogo grigio.
Scegliamo un tema, il fondo marino, e iniziamo a schizzare pesci, coralli, conchiglie, stelle marine, con l’aiuto di foto e oggetti portati da Antonella.
Sottoponiamo alla direzione il bozzetto finale che viene autorizzato.
Per prima cosa si inizia con la preparazione della parete nella zona passeggi. Viene steso del colore acrilico azzurro come base del Mural dove ogni mercoledì tante di noi imprimeranno il proprio mare dentro… un mare di libertà.
Alla fine, davanti a questo enorme muro di cinta che dovrebbe contenere gli argini, noi ci tuffiamo e…
Non ci sono altezze
Non ci sono misure
Non ci sono confini
Né grigio cemento che possano contenere il profondo, immenso Oceano di ciascuna di noi…
Oltre al mural erano esposti altri lavori, appesi alla rete della pallavolo o disposti a gruppi sul pavimento: monotipi, libri d’artista dipinti con la cioccolata, copertine d’artista realizzate su libri donati da Anna Schoenstein, direttrice della casa editrice A Oriente! che pubblica libri in lingua originale, in particolare in arabo. Anche gli altri materiali per le attività del Laboratorio erano stati in gran parte donati. L’effetto d’insieme, molto curato, mi ha comunicato il piacere di queste attività creative e del farle bene, e la presentazione l’intensità delle relazioni tra le partecipanti al Laboratorio, più numerose di noi che venivamo da fuori: ho sentito come un privilegio potervi assistere. Mi ha colpito l’atmosfera emozionata per l’evento, la giovane età di alcune e la gioia di molte. E mi ha colpito lo spazio: la realtà carceraria non era cancellata, si percepiva nel gelo del cemento che entrava nelle ossa, ma era trasformata dalla bellezza, in una creazione che continua: sulla parete di fondo c’è un mural realizzato da altre donne di un laboratorio precedente, sulla parete lunga di destra c’è Un mare di libertà, e la parete di sinistra è già preparata con un colore di base per un’opera futura.
Ringrazio Antonella per avere invitato la Libreria delle donne a questo evento. Io avevo anche una motivazione personale per accettare l’invito, poter entrare in un luogo a me molto presente: da più di trent’anni abito nelle vicinanze del carcere e quasi ogni giorno passo lungo le sue mura e penso a chi vive lì dentro, adesso mi porto in mente e nel cuore immagini e volti di queste mie vicine di casa.

(www.libreriadelledonne.it, 20 dicembre 2015)

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